Alle volte arriva quella paura, che sembra non volerti mollare più. Lo
stomaco si chiude.
Anche se la senti benissimo, per un po’ provi a far finta che non ci
sia.
Ma… quella paura è testarda e pretende di essere ascoltata.
Allora decidi di preparare una tazza di tè, aggiungi più zucchero del
normale nella speranza che possa servire ad addolcire il momento, scegli anche
due o tre biscotti di quelli più buoni, dalla scatola trovata sotto l’albero e
appena aperta per fare festa.
La paura è ancora con te. Ti siedi e decidi di dirle che sei pronta ad
ascoltare.
Non sei sicura che sia la cosa giusta da fare, ma… speri che anche la
paura riesca ad essere clemente e che decida di non andarci giù troppo pesante.
Comincia a parlare e già dalle prime parole ti rendi conto che quel
che dice fa più paura della paura stessa.
Racconta di una persona che non pensavi sarebbe mai potuta esistere.
Racconta di te, che già troppe volte ti sei chiusa al mondo per non soffrire.
Racconta di te e di quegli attimi in cui ricacci indietro la spontaneità di un
abbraccio o la bellezza di un sorriso. Racconta di te e delle ferite che non ti
aspettavi, ma che non ti decidi ad abbandonare.
Le hai classificate per bene e hai saputo dar loro dei volti, dei nomi
e delle date di nascita, ma… quanto staresti meglio senza?
Racconta di te, che provi a convincerti che quieto è bello. Anche se
non te la senti di zittire il cuore, quando sussurra che solo una vita piena d’amore
può dirsi Vita. E quando dice che, non c’è felicità senza rischio e non c’è
sorriso, senza prima turbamento.
Racconta di te, che provi a riflettere un modo perché il tuo piccolo
mondo (e non solo il tuo) possa essere un mondo migliore. Ma alla resa dei
conti sono sempre troppe le cose ancora da sistemare e non c’è verso di trovare
una soluzione.
Racconta di te, che un po’ ti piaci e un po’ ti odi così come sei. Forte e Fragile. Coraggiosa e Codarda. Al
tempo stesso.
Allora… provi ad annullare quelle parti di fragilità e quelle di
codardia. Dopo essere rimasta ad ascoltare in silenzio per un po’, ti sforzi di
rispondere e lo fai appellandoti a tutta la speranza di cui senti di disporre.
Alle volte si nasconde, vero. Ma non ti ha mai abbandonata.
Ti concentri sul grande potere e sulla meraviglia che si cela dietro
alla parola ‘Domani’. Ogni domani è il domani giusto, perché sia un Buon
Domani.
Senti la paura allontanarsi di nuovo e farsi di nuovo piccola. Almeno per
un po’.
Mangi l’ultimo pezzetto di biscotto e sorridi. Perché decidere di
continuare a credere in ciò in cui hai sempre creduto, anche se alle volte fa
paura, sai già che è il miglior regalo che avresti potuto farti. In fondo… non
ricordi chi lo ha detto, ma sai che è vero: non c’è peggior vita di quella trascorsa,
ma non vissuta.
Ciao Elisa, nel lasciarti gli auguri sinceri di un sereno Natale, ti chiedo di dimenticarla per oggi quella paura che rode lo stomaco,
RispondiEliminapensa positivo e per lei non ci deve essere posto.
Ciao Gaetano... mi trovi d'accordo. Anche se non è sempre facile, cerco veramente di tenerla ai margini. Ti ringrazio tantissimo per tutto quanto e ti faccio i miei migliori Auguri per un 2014 ricco, ricco, ricco... di tutto ciò che desideri. A presto!
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