18 Agosto 2011!
Lo so, lo so...
Il calendario è più avanti, ma... il 18 agosto appena passato è stato un giorno speciale!
La sveglia, nonostante le ferie, è suonata come sempre alle sette (giusto per non perdere l'abitudine. Volendo essere del tutto sincera, la mia sveglia - impostata sul cellulare - suona tre volte ogni mattina: alle 6; alle 6.30 e alle 7. Il più delle volte è perché ho paura di non sentirla al primo colpo e di non svegliarmi. Ma, succede anche di dover variare l'orario; così... mi tengo preparata - ed abituata, soprattutto! - ad ogni evenienza). La colazione - anche quella come d'abitudine - con un'abbondante tazza di latte e cacao; intorno alle 8... 8 e 15. Quindi, nonostante non manchino certo le idee, ho passato più o meno i successivi quarantacinque minuti a pensare a cosa poter fare per ingannare il tempo.
Già.
Con un appuntamento speciale fissato per il primo pomeriggio (dopo le 14 - 14.30), come riuscire a tenere la mente occupata e non pensarci ad ogni singolo istante?
E' stata una "ricerca del da farsi" a dir poco estenuante.
Ho provato a sfogliare una pila di vecchie riviste, che da tempo mi riprometto di guardare.
Niente.
Ho pensato di impegnarmi ancora di più nella lettura di un libro; nella speranza che una trama avvincente potesse riuscire a non far girare troppo le mie "rotelle".
Niente.
Mi sono seduta davanti il computer nel tentativo di scrivere. Si sa, ragionare sui possibili intrecci di una storia, annulla da tutto il resto del mondo.
Di nuovo... niente.
Sperando allora che la passione per tutto ciò che è manualità potesse venire in mio soccorso e non fallire miseramente come tutto il resto, mi sono girata verso la mia scorta di perline e son rimasta a fissarla nella stessa maniera in cui un bambino fisserebbe la Tv; quando sul tavolo ci sono i libri e i quaderni dei compiti da fare. Occhiate cariche di speranza.
Una volta con le perline tra le mani, un nuovo dilemma. Che fare?
Anche in questo caso, non che manchino i progetti, ma...
Questo passato 18 agosto è stato per me una nuova conferma: non tutti i momenti son buoni per creare.
Così, costretta a mettermi l'anima in pace, ho lasciato scorrere la mattinata tra un pigro zapping alla televisione e saltuarie capatine on-line per qualche curiosità risolvibile solo "googlandola".
Ho osservato le lancette segnare le dieci; le undici; mezzogiorno; l'una.
Dopodiché...
Le faccende da sbrigare per il pranzo, mi hanno finalmente aiutata a staccare un po'.
Gli ultimi minuti di cottura da tener d'occhio sui fornelli (sono una vera frana in materia; fortuna che hanno inventato i timer!); il necessario da sistemare sulla tavola e... via.
Ho cercato di godermi quegli ultimi istanti pre-appuntamento, come fossero stati i primi istanti del genere in tutta la mia vita.
A posteriori, poi, mia sorella mi ha confessato di aver chiaramente notato i miei falliti tentativi di tenere a bada la tensione e che - forse proprio grazie a questi - il tutto sembrava ad occhi esterni come qualcosa di "dolcissimo".
Quando le lancette sono arrivate a segnare le due, per poco non sono caduta dalla sedia. Nonostante non avessi un orario preciso da rispettare (a patto di non presentarmi prima delle 14 - 14. 30), mi sono sentita in ritardo.
Allora, pur evitando di correre su per le scale scalza, con il rischio di scivolare e di rompermi una gamba, ho fatto in modo di essere pronta il primo possibile.
Infatti, seppur la mattinata fosse stata da considerarsi in tutto e per tutto gettata alle ortiche, del fatto di avere avuto tanto tempo a disposizione e libero dal fare c'era di positivo che: avevo potuto passare mentalmente in rassegna l'intero contenuto del mio armadio. Nessun dubbio su cosa indossare.
Ho estratto i jeans scelti dalla pila di pantaloni, senza badare minimamente a tutti gli altri che sono rotolati di lato sul fondo di legno e preso la t-shirt destinata alla missione appuntamento, senza pensare al fatto che appartenesse al "club" delle mie poche preferite e che, qualunque cosa fosse andata storta, forse l'avrei resa "inindossabile".
Una fugace occhiata allo specchio, prima di scendere di nuovo le scale con le scarpe da ginnastica ancora da allacciare.
"Sono pronta".
Le ultime fasi di preparazione sono spettate alla macchina, dopodiché... si va!
in quei venti minuti di tragitto, ho continuato ad assillare l'orologio.
Arrivati a destinazione, mi sono sentita trattenere il fiato.
Eccolo!
Un Amore a quattro zampe!
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