La sveglia, come gli altri
giorni, alle sei di mattina.
La spengo con una mano, gli occhi
ancora chiusi, e per un attimo assaporo la convinzione di poter rimanere a
letto… è domenica.
Poi, come un lampo, la
consapevolezza.
È domenica; vero. Ma… è “quella”
domenica.
La prima di maggio. La più magica
dell’anno. La più attesa.
Tiro via le coperte con una
decisione che, di solito, non mi appartiene. E, mentre cerco di focalizzare gli
interni dell’armadio per decidere cosa indossare ancora prima di aprirlo, sento
i passi di mia sorella muoversi piano; lungo il corridoio. Anche lei, con la
fretta di uscire di casa il prima possibile.
Allora…
Scelti un paio di jeans ed una
maglia che non sia troppo pesante, ma neanche troppo leggera; mi sbrigo ad
infilare le scarpe.
Giù per le scale cerco di non
fare troppo rumore, abituata a stare attenta perché nessuno si svegli prima del
necessario.
Quindi, rimandando l’appuntamento
con la colazione, in due ci chiudiamo la porta di casa alle spalle.
Le altre amiche ci aspettano alle
sette. Dieci minuti appena, per arrivare.
In macchina, entrambe rimaniamo
in silenzio. È bello poter vivere la città in un giorno di festa.
Nonostante il cielo sia grigio,
grigio, grigio… i colori degli stendardi, appesi alle finestre delle case,
regalano ovunque un pizzico di allegria.
Scendiamo dall’auto, con il
cappuccio delle giacche a vento già tirato su. Ha cominciato a piovere.
Non che importi molto. La pioggia
non ferma mai, in certi casi. Ma, il timore di ammalarsi è grande.
Ci incamminiamo lungo la via, già
salutando con la mano Valeria che ci sta aspettando.
“Che levataccia, è?”.
Innegabile.
Innegabile che sia stata dura. Intrattenibile
uno sbadiglio.
Sbadigliamo in tre, prima di
girare i piedi in direzione del monte ed incamminarci per quel poco che ancora
rimane della città… fino agli stradoni.
Quando le suole delle scarpe
lasciano l’asfalto per poggiarsi sopra alla terra rossastra, sta piovendo di
brutto.
Per un istante maledico la
svogliatezza, che mi ha fatto preferire gli occhiali alle lenti a contatto. Poi,
però, ripensando alle diverse volte in cui mi sono torturata gli occhi per il fastidio,
ritorno sui miei pensieri e mi limito a sorridere. Servirebbero i
tergicristalli.
Lungo tutto il percorso, perlopiù
rimaniamo in silenzio. Un po’ per la fatica. Un po’ per la pioggia. Ma…
soprattutto, per la grandissima emozione.
Ancora poco e saremo di nuovo in
tanti. Di nuovo in tanti a rendere omaggio. Di nuovo in tanti intorno a quei
tre simboli... simboli di tradizione. D’amore. Di rispetto. Di devozione. E, perché
no, anche simboli di dissenso e di “polemica”.
Perché, come per la vita di tutti
i giorni, non si può essere sempre tutti uniti. Non si può essere sempre tutti
d’accordo.
Così, anche nel manifestare il
profondo legame al Santo Patrono Ubaldo, alle volte si sbaglia.
Ma, l’importante è non
crogiolarsi nello sbaglio. Andare avanti e sperare di riuscire a fare sempre
meglio.
Quando le porte della basilica si
aprono per farci uscire, subito dopo il canto che tutti i cuori anelavano di
sentire, grida di gioia incontenibile riempiono l’aria. Non piove più, ma è
inutile sperare nell’improvvisa comparsa del sole.
Come ogni anno, allora, dopo i primi
minuti di festeggiamenti per quell’imminente ritorno in città, ci avviamo lungo
il percorso dell’andata. Stavolta si chiacchiera, si ride, si scherza e si
canta. C’è la musica e poco importa se anche il vento ha deciso di non voler
giocare a nostro favore. Il caldo di quel momento speciale batterebbe qualsiasi
gelo.
Sempre al fianco di mia sorella e
di Valeria, a tratti mi scopro a trattenere il respiro… per la smania di essere
di nuovo in città. Presto in città.
Quando le rughe delle pietre
tornano a pararsi davanti ai miei occhi, sorrido per l’ennesima volta.
Siamo arrivati. Ed, in men che
non si dica, raggiungiamo lo splendore di piazza Grande. La bellezza del
pennone rosso issato proprio nel mezzo. La magia di quella pre-festa.
Il suono del Campanone annuncia
alla città tutta la sua gioia. I Ceri sono tornati. Il prossimo 15 maggio… l’unico
pensiero.
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