E' bello avere il libro sul comodino, poterlo leggere e rileggere tutte le volte che se ne ha voglia, sentire ogni volta la sensazione di un sogno realizzato e navigare in mezzo ai ricordi belli, di un momento speciale. Poi, sentire che è solo l'inizio... perché le idee in cantiere sono tante, tantissime... la speranza più grande, allora, diventa quella di riuscire a metterle in pratica tutte! ;-)
C’è quel non so che di speciale,
nel partecipare a un concorso. Ami scrivere, quanto ami leggere. Ogni tanto,
allora, ti ritrovi davanti al computer, on-line, alla ricerca del ‘bando
perfetto’. Esiste veramente un bando perfetto? Forse sì, forse no. Forse… chi
lo sa. Diverse newsletter le hai già guardate e, almeno per il momento, non c’è
nulla che ti interessi. Poi, quasi per caso, un libro comprato da un po’ sta
ancora lì sulla scrivania, in attesa di essere letto. Ti ritorna alla mente il
fatto che arrivi da una casa editrice che, perlopiù (non sei sicura che si
tratti di una regola ‘fissa’), ama selezionare i propri autori tramite
concorso. Chissà… ci sarà qualcosa che bolle in pentola? Se il web fosse una
pista per correre, si potrebbe quasi dire che ti affretti, acceleri il passo a
più non posso, pur di arrivare svelta alla meta e... riuscire a guardare. Chissà
perché il motore di ricerca va sempre nel panico, quando c’è bisogno del suo aiuto?
Un click del mouse, un altro, un altro ancora. Te lo senti. Potrebbe essere il
tuo giorno fortunato. Oddio! Più che sentirlo veramente, senti di sperarci
infinitamente. C’è un bando attivo! È gioia pura. Giusto il tempo di verificare di potercela
fare a rientrare nei tempi, poi… è
sabato, non si lavora, l’ora di pranzo è ancora lontana e con la colazione sei
già a posto da un po’. Non c’è ragione per aspettare un altro momento. Non c’è
ragione di rimandare l’inizio. Ti metti a scrivere. Ti concentri talmente tanto,
per riuscire a trovare le parole giuste per quell’idea che ti frulla per la
testa già da un po’, che non ti accorgi nemmeno di aver scritto tantissimo, una
battuta dietro l’altra. Già immagini il momento della revisione e quello in
cui, invece, sarai pronta per spedire. Immagini la prima fase di valutazione e
ti senti sperare di poter arrivare alla seconda. Ci speri un po’, poi… no, no.
Forse, è meglio di no! E se poi dovessi essere scartata, proprio in seconda
fase? La delusione sarebbe di gran lunga peggiore. Va bene! È pur sempre vero
che a tentare non ci si rimette, che chi non risica non rosica, che l’importante
è partecipare. Bastano pochi click, poi… serve solo la capacità di riuscire a
dimenticarsi del tempo e lasciarlo scorrere. Un anno dopo. Quasi dodici mesi
dopo o un po’ di più, non sapresti dirlo. Una bellissima telefonata, che arriva
inaspettata in un periodo non proprio rose e fiori. Non terribile, certo. Ma,
non proprio uno dei migliori. È indescrivibile la felicità, come anche è brutto
sentire di non riuscire a esprimerla a dovere. “L’uomo dei palloncini volanti”
ce l’ha fatta e, adesso, risiede tra le pagine di un libro. Ha buona compagnia,
insieme ad altri racconti e altre composizioni, ed è bellissimo poterlo
stringere tra le braccia, nella sua bella veste di carta.
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