È
triste dover ripensare pensieri già espressi. È molto più che triste dover ripensare
pensieri di gioia.
Ripenso
al passato (appena) 15 maggio e una parte di me non può fare a meno di
commentare tra sé... forse è più bello vivere e vedere tutto con il cuore e con
gli occhi di un forestiero. Per qualche assurda ragione (assurdi sono i ragionamenti
che stanno circolando), questo è uno di quei casi in cui sento tutta la ‘fatica’
di essere eugubina. La fatica di comprendere, lo sforzo di trovare risposta a
dei perché difficili da gestire. Allora, mi chiudo per un po’ nel mio piccolo
mondo personale e mi ritrovo a immaginare che per un ‘non eugubino’ debba
essere più facile vivere gli avvenimenti di un 15 di maggio a Gubbio. Un giorno
carico di emozioni, da archiviare la sera senza retroscena.
Anche
se - da turista - non di rado capita di ritrovarsi impreparati, alla speciale irruenza che
questa Festa ha dimostrato e dimostra di avere. Con riferimento ad ammissioni
udite di persona, credo di poter dire che non sempre per il turista sia facile
(né immediato) comprendere fino in fondo l’immancabile frenesia di certi momenti,
il caos gioioso e quella che – fino a poco tempo fa – mi sarei sentita di
definire ‘l’eugubinità della Festa’. È
capitato e immagino continuerà a capitare di ritrovarsi a dover fronteggiare
domande (ormai diventate ‘classiche’, per così dire) tipo: “chi vince?”, “perché
non si sorpassano?”. Per poi ritrovarsi, dopo brevi, essenziali, concise
spiegazioni, a osservare un’espressione di assoluto stupore; quasi sempre
accompagnata da: “Allora… perché la chiamate corsa?”. Un bandolo della matassa
che risulta sempre difficile da districare, per chi non ha il cuore eugubino,
ma accettato con amorevole stupore. Se il turista arriva immaginandoci divisi,
almeno per un po’ (non me la sento di dire sempre) ha la sensazione che ci sia
davvero qualcosa che va oltre la competizione. Sembrava anche a me. Per dirla tirando
in ballo (spero non se ne abbiano a male) il nome di un gruppo esistente su
Facebook: Sei di Gubbio se… “Non trovi sorprendente il fatto che non ci siano
sorpassi, non ti sembra innaturale il fatto che non ce ne siano e – anzi – ti ritrovi
a sorridere ogni volta che, di fronte all’espressione stupita di un turista,
gioisci dentro… perché quello strano modo di vivere una ‘corsa’, quello stesso
modo che solo un cuore eugubino può comprendere appieno, è un modo speciale per
rendere omaggio al Santo Patrono Ubaldo”. A un eugubino non serve sapere di
più. O no?!?
Ecco
uno dei tanti ostici ‘perché’, cui non riesco a trovare una risposta. Perché sembriamo
non ricordare mai abbastanza questo? Perché?
Mi
rendo conto, come anche è successo la sera del 15 maggio, al colmo della gioia
per un finale della Festa del tutto inaspettato, che… ancora una volta, la mia
posizione non è altro che quella di un granello di sabbia nel deserto.
Allora…
continuo a scrivere per il semplice desiderio di dare sfogo alle emozioni.
Lontana
da dinamiche più o meno chiare, da ragionamenti più o meno legittimi, da discussioni
più o meno accese e – anche esse – più o meno opportune.
Decido
di soffermarmi con il pensiero solo su quel finale inaspettato. Anche se, a
seguito di quanto emerso in questi giorni successivi al 15, non è più nemmeno
chiaro a chi dover tributare un sincero, caloroso, forte ringraziamento. Anche se
sembra non sia più nemmeno accettabile dire grazie. Anche se… va beh… passiamo
oltre.
Provo
a fare come faccio il più delle volte, immersa in emozioni speciali. Mi immagino
fra qualche anno. Qualunque cosa si possa dire in merito, continuerà a essere
Gioia. Eravamo insieme!!! E, per dirla con gli stessi concetti circolati in
questi giorni da qualche parte, nel mio caso sarò felicissima di poter dire a
futuri nipoti (il primo in arrivo) e (speriamo) figli che… è stato
bellissimo!!! Tanto speciale, da essere indescrivibile.
Di
fronte a tanta indescrivibilità, un’osservazione. Cosa c’era nel cuore di certe
persone, in quel momento? Convinta come sono del fatto che le emozioni belle,
profonde, speciali siano una questione quanto mai universale, non sono disposta
a credere che quanto vissuto non abbia smosso niente dentro. Ma, magari, anche
qui mi sbaglio. Magari, c’è da dar ragione a chi sta cercando di sottolineare
che il fanatismo sta superando tutto. Che c’è paura. Che c’è incapacità di
palesare un pensiero, per andare contro a un altro. Che si sta perdendo quanto
di più vero nasce dalla Festa e per la Festa.
Io
non lo so. Eppure… il popolo ha esultato. La folla ha acclamato. È stata Gioia
Grande, in quei momenti. Come è possibile, che non si rifletta su questo?
Torno
a pensare alla Festa, al periodo ceraiolo tutto, visti con gli occhi di un
turista e mi ritorna in mente un ricordo speciale.
Qualche
anno fa. A corsa dei Ceri già avvenuta, in una vigilia (come sempre carica di
aspettativa) dei Ceri Mezzani. È pomeriggio, non tardissimo. Mi ritrovo a
passare in via dei Consoli e, inaspettatamente, ho la fortuna di imbattermi in
uno spettacolo; prima per il cuore poi per gli occhi.
C’è
un ‘ceretto’ di Sant’Ubaldo lungo la via (uno di quelli che ci sono in molte
case, per far divertire i bambini. Perché ‘Sei di Gubbio se…’ sai cosa vuol
dire ‘giocare ai Ceri’), ci sono quattro bambini e una bambina e… c’è il
Capodieci con loro. Vado un po’ di fretta, ma non posso non fermarmi per
guardare. Insieme a me, un gruppo di turisti. Mano a mano che il ‘ceretto’
procede verso piazza Grande, diventiamo sempre di più. Non ho bisogno di chiedermi
che cosa, di lì a poco, tutti potremo vedere. Eppure…
Mi
ritrovo a rimanere a bocca aperta quando, mettendo a tacere le giovani proteste
di quei piccoli ceraioli, il Capodieci chiede loro di lasciare ‘quel ruolo’
tanto ambito (quello del Capodieci, appunto) alla bambina. Nessuno si oppone. Anche
se sembra strano. Anche se non è ciò che ciascuno di loro si era immaginato. È comunque
Festa!
Lacrime agli occhi. Le urla felici dei bambini
vengono in parte coperte da un applauso. È stato bellissimo! Mi ricordo di aver
gioito di tanto stupore, di aver trovato meravigliosa la capacità di una
persona (adulta) di superare gli ‘assodati meccanismi mentali’ (propri o
imposti) e di aver reso indimenticabili quei cinque minuti, con una semplicità
disarmante. Ho provato a mettermi nei panni di quella bambina. Ho provato a immaginare
la sua gioia, per quello scenario inaspettato. Ho provato a immaginare le
sensazioni delle persone intorno a me. In quel momento, è stato davvero
bellissimo ‘essere eugubina’.
Certo,
non è l’unico ricordo e l’unica emozione che conservo. Ma, chissà perché, oggi
mi sono ritrovata a pensare a questo. E ho ricordato che in quel momento l’egubinità
era stata espressa nel massimo del suo essere speciale. Come anche lo scorso 15
maggio in Basilica. Anche se è dimostrato quanto non sia stato facile, la
percezione iniziale è stata di ‘assoluta specialità’. Per questo i tanti Grazie
espressi, da tanti, nei giorni successivi. Per questo gli entusiasti titoli di
giornale, che hanno parlato di ‘Ceri della Concordia’. Questo non conta? Perché
si è voluta far finire questa fiumana di belle emozioni? Perché questa brusca ‘marcia
indietro’?
Omaggio
al Santo Patrono Ubaldo. Emozioni. Cuori che rischiano di esplodere per la
felicità. Applausi entusiasti. Sorrisi. Abbracci. Insieme. Ricordi belli e
indelebili. Ogni passo della Corsa dovrebbe essere mosso, per andare incontro a
questo. Invece, per qualche strana e inspiegabile ragione, sembra si voglia
scegliere ancora di voler essere ‘discordiosi’. Forse perché… non c’è peggior
sordo, di chi non vuol sentire. Io continuo a credere al mio cuore, che
continuerà sempre a chiedere questo. Che anche chi arriva da fuori possa dire
di volerci essere perché sappiamo regalare emozioni e non perché ci sarà da vederne
(e sentirne) delle belle. In accordo o meno con i più… concludo di nuovo con un
Grazie! Perché era Emozione!!!
Quando racconti la tua Gubbio fai sentire un po' eugubino anche chi ti ascolta... o legge!
RispondiElimina:-D Che gioia! è una cosa bellissima, se davvero riesce ad accadere questo! <3 Ti ringrazio tantissimo... per avermelo scritto! è uno dei commenti più belli che io abbia mai ricevuto. Grazie di cuore! Un abbraccio.
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