Di nuovo sabato. Per quanto adori
questo giorno perché è il momento della settimana che mi permette di riposarmi
un po’ di più, ci sono volte in cui… mi va un po’ ‘più stretto’. Lo so… lo so…
ultimamente in questi Post non sono il massimo della verve, ma… pensa che ti ripensa, gira che ti rigira… con la mente vado
sempre a finire su ciò che ‘non va’.
Non che ci sia tantissimo di cui
lamentarsi nella mia vita. Sono molto grata di tutto quello che ho e
consapevole che ci sono persone che non possono dire altrettanto. Solo che…
Ecco. È la presenza di questo ‘Solo
che…’, che a tratti mi toglie il respiro. In una vita normale ci si dovrebbe
ritrovare in difficoltà in situazioni eccezionali, come può esserlo questa
mondiale carenza di lavoro e la tendenza a sospettare che non ce la faremo a
rialzare la testa. Eppure, ciò che preoccupa a me va oltre l’instabilità del
momento.
Mi sono divertita a fare un gioco
l’altro giorno ed è stato brutto costatare che bastano le dita di una mano e
nemmeno tutte dell’altra per contare le persone su cui sento di poter fare affidamento, mentre a un
certo punto ho perso il conto delle volte in cui ho dovuto adoperarle entrambe
per contare i momenti in cui la mia vita è stata attraversata da persone che
con superficialità sono arrivate, con menefreghismo sono restate e con
cattiveria se ne sono andate. Ancora più stupefacente, poi, è stato capire che
alla fine dei conti… il minore dei mali è stato quello legato a un fidanzato
che ad un certo punto ha deciso che le nostre strade non erano più fatte per
continuare sullo stesso binario. Dirò di più… a posteriori (parlo di
ragionamenti di anni fa, ormai) non solo ho condiviso, ma… ad oggi penso
proprio che sia stato un modo come un altro per salvarci entrambi da qualcosa
che sarebbe stato molto peggio di una fine spiacevole. Lui lo sa, io lo so e la
vita – per quel che ci riguarda – procede con serenità. Sì. È tutto il resto,
che non va. La fine di un rapporto può essere insita in ogni inizio. Può presentarsi,
oppure no. Ma, fa parte del gioco. È qualcosa per cui, in un certo qual modo,
si è preparati sin dal momento in cui si decide di prendersi per mano la prima
volta. Non ero e non lo sono tutt’ora… preparata per tutto ciò che mi pare
popoli il mondo in questo nuovo millennio ormai iniziato da un po’ e che – mi pare
– non abbia niente in più di speciale, rispetto al vecchio.
Ho provato a pensare che una
convinzione del genere potesse essere data dal fatto di essere adulta ora e non
prima. Ma… come mai, allora, anche gli adulti-adulti si lamentano? Non credo
sia perché la lamentela sta cercando di spandersi a macchia d’olio nella
speranza di diventare sport nazionale (pure mondiale, volendo)… penso piuttosto
che, anche se agli orecchi di chi ascolta può apparire noioso, la ragione stia
tutta dalla parte di chi afferma: la società è superficiale. Qui, sì… che ci
vorrebbe un mega applauso con standing
ovation!!! Invece… il più delle volte la risposta si limita ad una risatina
in faccia del tipo “la scoperta dell’acqua
calda!”, ad una alzata di spalle e… a un brusco cambio di argomento… “chissà
cosa sta facendo il Milan-Juve-Inter-Lazio… ecc…?!?”, “Dici che questo vestito
mi ingrassa?”, “I capelli sono a posto?”...
Mmmm… mamma mia! Solo provare a contare
le volte in cui mi è successo di imbattermi in qualcosa del genere, mi fa
venire le vertigini: è ridicolo!!!
Come ridicolo è il fatto di
vedere prassi del genere universalmente riconosciute, adottate e accettate,
semplicemente perché… così fan tutti! No. Mi dispiace… non ci sto. Pur ritenendomi
una persona normalissima, con il piacere di trascorrere momenti su Facebook a cazzeggiare da un profilo all’altro
e a vedere un po’ che si dice tra il popolo dei ‘facebookiani’, pur capitando
di tanto in tanto su Twitter con
qualche pensiero istantaneo di pochi caratteri e pur possedendo un Blog-diario…
non ci sto all’idea che al di là del virtuale possa esserci niente. Altrimenti,
che senso ha riempire il mondo di libri che narrano di storie più o meno
possibili o più o meno vissute, che senso hanno i testi delle canzoni più belle
nati da momenti di vita vera, che senso hanno i “messaggi di stato”, le
condivisioni di massime che si spera non siano solo parole e quella di link?
Penso di avere la risposta nel dire che: la virtualità non è meno fasulla della
realtà… tutti si cerca di mostrare il meglio, tutti si cerca di apparire felici
e spensierati, in molti cercano di scatenare invidia nel prossimo. Eppure… come
quando ancora Facebook non esisteva,
la mia mente continua a ribellarsi a queste ‘logiche’. Magari… come nella
realtà, non sempre lo lascio trasparire a chi ho difronte, ma… non sto sempre
bene, non ho sempre voglia di sorridere e non penso che qualcosa valga meno di
una chiacchiera fatta a tu per tu, solo perché comunicato tramite Facebook o Twittato o altro. Il mondo vuole utilizzare questi mezzi anche
in politica o in religione… io dico: benissimo!
Il problema, per come la vedo io, non è in questo è la base sociale che manca è
il backstage del virtuale (che dovrebbe essere il reale!) che va curato.
Conosco persone che non appartengono al popolo degli internauti e che si
dichiarano orgogliosissimi di non farne parte. Perché? Essere su Facebook non significa mica firmare una
dichiarazione di stupidità o di semi infermità mentale? Ogni strumento ha i
suoi pro e i suoi contro, dipende tutto dall’uso che se ne fa. Non sarai su Facebook… ma hai una lingua in bocca e
una testa pensante… dipende da ciò che dici e da come agisci. Se sei str***o,
egoista, menefreghista e meschino nella realtà… importa veramente che tu non
sia on-line?!? La risposta che mi verrebbe da dare a chi ho sentito dire così
sarebbe: in tal caso, è solo un virus di meno che gira per il “www”. Di contro,
alcuni – da che esiste questo grande mondo virtuale e questa grande mania del ‘farsi
amici’ – sono diventati dei perfetti Joker
moderni. E qui bisogna allora diventare abili a capire… quale delle due facce è
più vera. Sei ciò che dici di essere on-line? O sei la persona che mostri di
essere in carne ed ossa? Personalmente, fino a che posso scelgo di eliminare da
entrambi gli ambiti soggetti del genere. Puoi parlare, puoi scrivere, puoi fare
e dire quello che vuoi… la considerazione è pari a zero… perché zero è l’attendibilità
di ciò che ‘cerchi di vendere’. Ma, poi… questa gente si sentirà felice? Me lo
chiedo… lo avranno capito che la vita è una sola? Che il biglietto delle
giostra è uno e che non sono consentite repliche di alcun genere? Se anche vuoi
considerare la vita uno spettacolo… ma… non ti conviene provare a fare in modo
che almeno ne valga la pena e che sia un bello spettacolo? Sinceramente…
qualche anno fa credevo di più nel potere delle buone intenzioni… non avrei mai
pensato di ritrovarmi ad oggi a provare a urlare che: “Ma che siamo tutti
matti?!?”. Credevo che avrei visto la gente lottare di più per la ricerca della
Felicità e per ciò che è giusto. Invece… gira che ti rigira, stiamo mandando in
onda un pessimo show. Ognuno nel suo piccolo e tutti insieme nella globalità di
un mondo che, volendolo misurare su una scala da uno a dieci, è già tanto se
sta dando 3… di tutto ciò che di bello e di buono potrebbe essere. Adesso…
avete pure il permesso di chiamarmi: Illusa!!!
Saluto tutti… spero che questo
Post sia servito almeno a sbloccare la mente da un circolo vizioso che
impedisce anche ai racconti di venire fuori… questi pensieri era da un po’ che
se ne stavano da una parte, indecisi se manifestarsi o meno… ma, nella vita di
tutti i giorni difendo con i denti e con le unghie ciò che penso sia nel giusto…
d’impatto, avevo deciso di lasciar fuori da certe amarezze il mio mondo
virtuale, ma… No! Fino a che ce la faccio, dato che lotto per rimanere una
persona solare e piena di valori e di scelte in cui credere, scelgo di urlare
tutto il mio schifo per ciò che non mi va. E tanto meglio se non sarò l’unica a
farlo… vorrei che il mio giro di giostra sia uno di quei giri che, anche se con
qualche intoppo, valgano la pena. Ed auguro a tutti voi di poter avere
altrettanto… a presto! ;-)
Elisa ci sono anche dei periodi no ma vedrai che presto tornerà l'ispirazione. Un abbraccio mega!
RispondiEliminaCiao Simo... sì, so che anche i brutti periodi passano è che... a volte è più difficile riuscire a reggerli. Un abbraccio e buon fine settimana!
Eliminapost che manifesta disagio e amarezza ma anche la tua voglia di contrastare con la propria sincerità ciò che non va! a presto!
RispondiEliminasì... esattamente! Ti ringrazio per essere passato da queste parti, a presto!
EliminaCiao Elisa, mi complimento per la tua franchezza, per quanto scrivi ed il modo ironico con cui parli di un problema serio, io sono al 30° anno di matrimonio e mi sono sposato a 23 anni, quindi non mi meraviglio dei vari problemi che prima o poi toccano tutti, e non mi meraviglio che i miei figli 29 e 25 anni, di matrimonio non ne parlano ancora, oggi non è facile ne per un ragazzo che una ragazza trovare una persona giusta perchè credo che dalla vita si pretende molto di più di quanto ci può donare, una volta ci accontentavamo di poco, ma anche poco a volte abbiamo ricevuto in senso affettivo, ed a volte ci diciamo; Non è questo che volevo dalla vita!
RispondiEliminaMi fa piacere di come sei ben basata sulla realtà della vita, ti saluto augurandoti almeno un po di serenità in questo mare di caos.
gaetano
Ciao Gaetano... alle volte è un male non avere problemi ad esporre le cose esattamente come si sentono... ma... cerco comunque di farlo nel migliore dei modi... consapevole che la mia opinione è importante, quanto quella di altri e cercando di non lasciarmi schiacciare dai pensieri negativi. Concordo con te quando scrivi che forse una volta ci si accontentava di più. Non sei la prima persona da cui lo sento, quindi deve essere vero. Io non sono ancora riuscita a stabilire il mio grado di soddisfazione per ciò che mi circonda, ma... perché vorrei vedere più semplicità e consapevolezza... invece, alle volte...
RispondiEliminaTi ringrazio di essere passato. A presto!