Erano
le dieci e tre quarti, quando con gli occhi riuscì ad arrivare alle lancette
dell’orologio della piazza.
Giordano
la stava aspettando. Inconfondibile, con il suo giubbotto bianco e con la
sciarpa rossa intorno al collo. La stessa che Alice gli aveva visto indosso
altre volte.
Stringeva
in mano un mazzo di piccole margherite bianche e, per quanto cercasse di non
darlo a vedere, non la smetteva di agitarsi con le gambe. «Se non sbaglio, è il
tuo fiore preferito. Solo… per dirti grazie». Quando Giordano glielo porse, lì
per lì Alice ebbe il sospetto di essere arrossita.
Non
che non le capitasse mai, di sentire le guance improvvisamente in fiamme. Non
di rado le era capitato di arrossire anche davanti a un bel film. Ma, erano invece
rarissime le volte in cui qualcuno riusciva a stupirla tanto.
In
mezzo a decine di altre persone e cercando di evitare le bancarelle più
affollate del mercato di quell’ultimo martedì dell’anno, rimanendo in silenzio
si avviarono entrambi verso il bar all’angolo della piazza. Un locale che c’era
da anni e che, da anni, non aveva smesso di essere una sorta di istituzione. Se
ti trovavi a passare per la piazza e non avevi ancora fatto colazione, non
esisteva di andare a cercare altrove una tazzina di caffè o altro.
Quando
varcarono la spessa porta di vetro, nonostante il caos davanti il bancone il
barista riuscì ad accoglierli con un cenno del capo. Qualche attimo d’attesa, per
prendere cornetti e cappuccini. Poi, entrambi si accomodarono su uno dei tavoli
in fondo.
«Allora…
nemmeno se provo ad insistere, mi dirai chi è la fortunata che vuoi provare a
conquistare?». Stavolta, fu Giordano ad arrossire. Alice si stupì di vederlo tanto in difficoltà, ma evitò di farglielo notare.
«Preferirei
non dilungarmi troppo con i dettagli, se per te non è un problema. Vorrei solo
essere sicuro di riuscire a mettere un po’ d’ordine tra le idee che mi sono
venute… prima di questa sera».
«Questa
sera?». L’espressione di Alice si velò di un dubbio che avrebbe preferito non
avere. Ma… non ricordava di aver capito prima, che il tutto dovesse svolgersi proprio
quel giorno. A poche, pochissime ore dall’anno nuovo. «Sei… sicuro di non voler
rimandare a dopo le feste? Se ci rifletti… avrai più tempo per prepararti».
Provò a dissuaderlo in quel modo, ma… le bastò non ricevere risposta, per
decidersi ad incalzare: «Non vorrei rovinarti i piani, ma… non penso che
stasera sia una buona idea. Insomma… parliamo del Capodanno… quale ragazza
pensi che non abbia già organizzato qualcosa? Mi sa tanto che in questo modo
andrai incontro ad una delusione».
Giordano
continuava a tacere e Alice stava cominciando seriamente a faticare, nel
tentativo di riuscire a convincerlo a rimandare. «Insomma… se mi hai chiesto
una mano è perché speri che sia tutto perfetto, no? Stai cercando un modo
speciale per chiedere a questa Lei di
uscire insieme a te… non potresti conservare tutta la bellezza della cosa, per
un momento in cui tu sia sicuro che non abbia già altri impegni?».
«Sono
sicuro che, se vorrà uscire insieme a me, per i soliti impegni dell’ultimo
dell’anno non ci saranno problemi». Giordano era già a metà del suo cornetto,
mentre Alice non aveva dato ancora nemmeno un morso.
«Lo
so che continui a pensare che tutta questa situazione sia a dir poco folle, ma…
fidati. Mi serve solo che tu mi aiuti ad aggiustare i dettagli… per tutto il
resto, ho già pensato a come fare». Non rimaneva che incominciare con i
preparativi il prima possibile, allora.
In
due si concentrarono sulla colazione, per finirla il prima possibile. Poi, con
la fretta arrivata a tener loro compagnia, tornarono di nuovo all’aperto.
Nonostante
fosse l’ultimo giorno di dicembre, l’aria sul viso era pungente solo a tratti.
Alice
si avvolse meglio nel cappotto. «Allora… da dove è che si comincia?».
Giordano
si bloccò di nuovo.
Stavolta
fu solo per poco, pochissimo tempo. Ma, Alice non poté fare a meno di notare
che sembrava non gli importasse di tutta la gente intorno a sé; che invece pareva
non averne mai abbastanza di quelle corse frenetiche agli ultimi acquisti dell’anno.
E sembrava non sentire nemmeno il rumore di mille e più parole; che invece era
un inevitabile brusio di sottofondo ai pensieri.
«Certo
è che… se per ogni dettaglio il tuo cervello va in tilt, non basterà nemmeno
una settimana per organizzare tutto!». Alice gli toccò il braccio con una mano.
«Definire
il menù per la cena, prima di ogni altra cosa!». Nonostante il tono deciso, l’espressione
sul viso di Giordano era rilassata. Per la prima volta, dalle dieci e tre
quarti, le labbra si incresparono in un sorriso disinvolto.
Alice
lo lasciò passare avanti a sé e si limitò a seguirlo fino alla macchina.
Non
fosse stato per il fatto di doverci andare comunque, il supermercato sarebbe
stato l’ultimo posto al mondo in cui avrebbe voluto trovarsi la mattina dell’ultimo
giorno dell’anno.
Ciao Elisa, mi sembra una storia interessante, sai raccontare bene, credo che per Giordano, l'amicizia con Alice stia diventando di più di un'amicizia anche se lei gli chiede chi è la fortunata ad essere conquistata, a me le Love story mi piacciono.
RispondiEliminaTi saluto e buona scrittura.
Ciao Gaetano, come al solito... ti ringrazio! Vedremo un pò cosa succederà... ma, nessun anticipazione :-) Sono convinta che le storie d'amore siano bellissime (soprattutto se lette)... peccato che la realtà sia perlopiù inversa. Non so perché, ma... l'amore è considerato un optional da molti. Mah! :-) Buona serata. A presto!
EliminaUn inizio interessante che sicuramente porta a un seguito molto dolce :-)
RispondiEliminaUn abbraccio
Speriamo bene... per il seguito! Un abbraccio anche a te :-D
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