Questa
è la storia di un piccolo Principe, che uscì una mattina per andare a spasso
insieme alla sua fata Madrina. Il cielo sarebbe potuto essere più azzurro, ma
era comunque piacevole sentire sul viso l’aria fresca di un giorno d’autunno e
in fondo bastava vedere remoto il rischio di pioggia.
A
bordo di una moderna carrozza rossa, Madrina e Principe avevano deciso che potesse
essere una buona idea andare in cerca di funghi. Senza avventurarsi per boschi
o arrivare chissà dove, avrebbero cercato tra i fili d’erba del prato poco
distante dal Regno e, qualora quella caccia fosse riuscita a dare esito
positivo, felici ne avrebbero raccolti in grande quantità.
Prima,
però, c’era da dare un’occhiata ai diversi possedimenti, perché tutto fosse a
posto. La carrozza avanzò sicura per le strade segnate da altri mezzi e,
nonostante la terra bagnata qua e là e qualche pozzanghera di troppo, senza
timore riuscì a raggiungere tutto ciò che c’era da poter vedere.
Lungo
il tragitto, il Principe s’imbatté in una coccinella, che assicurò che tutto fosse
a posto da quelle parti.
Incontrò anche una giovane chiocciola, ma questa era talmente
tanto di poche parole, da non uscire dal guscio nemmeno per salutare,
preferendo rimanere nascosta dentro la fessura di un muro di pietra.
Il
Principe avrebbe potuto punirla ed esigere rispetto, ma era un Principe d’animo
talmente buono, che predilesse lasciar perdere e andare oltre.
Qualche
metro più avanti, si imbatté nelle due Gatte guardiane.
Non
gli erano molto simpatiche a dire il vero, ma anche questo il Principe scelse
di non lasciarlo trapelare. Augurando loro una buona giornata, senza nemmeno
chiedersi cosa andassero cercando con tanto fervore, passò oltre fino ad
arrivare alla fine di quella prima strada.
Ce
n’era ancora un’altra da controllare. Forse, però, era anche giunta l’ora di
vedere se la fortuna avrebbe regalato loro i bei funghi prataioli che andavano
sognando. Lesti, Principe e Madrina tornarono al prato che avevano costeggiato poco
prima. Trovarono menta selvatica profumatissima e fiorita, in grande quantità.
E per un attimo il Principe divenne un giovane, piccolo ‘Cenerentolo’; perdendo a
terra una delle sue scarpe nuove.
«Che
il cielo non voglia di lasciarla qui!», la fata Madrina si affrettò a
raccoglierla e a rimetterla al suo posto.
Con
gratitudine, il piccolo Principe le sorrise. Era divertito e questo non impedì
alla fata Madrina di pensare che potesse averlo fatto di proposito, ma… non
avrebbe saputo dirlo con certezza.
Ripresero
il cammino, un po’ delusi per quella caccia ai funghi finita con un nulla di
fatto.
Raggiunsero
l’altra estremità del Regno, dove un vecchio e saggissimo custode Bau non si
stancava mai di fare la guardia. Assicurò loro che nessun intruso si era
avvicinato al castello nella notte e che, fino che lui avrebbe avuto vita e
fiato a sufficienza per abbaiare, mai nessuno sarebbe riuscito a farlo.
Il
Principe si disse ben lieto di vedere e di sentire tanta dedizione, ma aveva un
po’ fretta e preferì non dilungarsi troppo in chiacchiere. Doveva arrivare fino
in fondo all’altra strada e assicurarsi che tutto fosse come doveva essere.
A
metà della via incontrò un grillo, salterino e solitario, che riferì di come
gli acini di oliva sulle piante del Regno fossero maturati bene e del fatto
che, ormai, fossero pronti per essere raccolti. Il Principe garantì che se ne
sarebbe occupato. Poi, giacché il grillo andava di fretta, lo salutò e si
augurò che quei primi venti freddi non lo facessero stare troppo male.
Era
quasi giunto il momento di tornare al castello, ma come poteva tornarvi senza
qualcosa da riportare?
Quella
mattina era uscito con il preciso intento di trovare un dono per la Madre
Regina e per il Padre Re e, quanto è vero che era un Principe, non sarebbe
rincasato a mani vuote.
Con
la complicità della fata Madrina, allora, si avviò verso la zona dei trifogli.
«Forse
riusciremo a trovarne uno di quelli speciali, con la quarta foglia a far da
portafortuna»; disse la Madrina speranzosa. Nonostante lo sguardo aguzzo e il
tempo perso a scrutare trifoglio per trifoglio, però, niente da fare.
Sembrava
proprio che quei steli lunghi fossero i più normali e comuni che potessero
esserci.
Principe
e Madrina stavano per girare la carrozza e tornarsene al caldo, quando un’idea
improvvisa arrivò a scacciar via i brutti pensieri. Pur non avendo trovato un
quadrifoglio, avrebbero potuto comunque riportare qualcosa. Il Principe guardò
sorridente la Madrina e subito si capirono.
Una
sola foglia di trifoglio è un cuore e non può esserci regalo migliore per dei
genitori tanto amorevoli. Finalmente soddisfatti, rientrarono a corte.
Il
Principe poté riposare sereno sotto una coperta cosparsa di stelle, fino che
tutti rincasarono.
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