L'altro giorno ero in ritardo. Ho sceso le scale per raggiungere la
cucina con una fretta tale che avrei potuto inciampare nei laccetti ancora da
stringere e rompermi una gamba. Ma sono riuscita comunque a notarlo. L'aria
sapeva di arance. Ho pensato potesse essere merito delle fette messe ad
essiccare dentro il forno della stufa, perché diventassero addobbi per
l'albero. Poi, però, mi sono ricordata che - mentre la sera prima stavo
giocando un po' sul divano con mio nipote Enea - mia sorella e mia madre
stavano pulendo e spezzettando arance per poter fare la marmellata. Con i due
vasetti in bella vista accanto alla macchinetta per il caffè, sono stata
tentata di assaggiarne. Ma ero in ritardo.
Il giorno dopo me ne sono dimenticata.
Nella calma di questo sabato mattina, ho finalmente ricoperto la
superficie di una fetta biscottata.
Avete presente i bambini, quando apprezzano particolarmente qualcosa
che stanno mangiando e si portano il ditino alla guancia? Ho fatto lo stesso.
Al secondo morso mi è venuta in mente la scena di un film che adoro: Paddington.
Dove l'orsacchiotto protagonista va matto per la marmellata di arance e
convince la famiglia Brown a prepararne in casa. "Tutti dovrebbero avere
il giorno della marmellata!". Vero. Bello. Il quinto morso mi ha fatto
rammentare un pezzettino di un altro film. Di genere diverso, ma altrettanto
stupendo: Quartet. In una casa di riposo per musicisti ormai lontani
dalle scene, a colazione uno di loro si fa portare marmellata di albicocche,
pur sapendo che l’amico adora quella di arance. Al primo morso dice: “Dovresti
assaggiarne, sai? Sembra di mangiare il Natale”. Mi sono chiesta a lungo che
cosa volesse significare di preciso questa cosa, senza capire.
Oggi ci ripenso e, se proprio devo associare al Natale il gusto di
qualcosa, associo quello di questa favolosa marmellata di arance fatta in casa.
Altri due morsi, prima di un'altra fetta. L’ho addentata facendo una scoperta.
Alla tenera età di trenta anni vengo a sapere che la parola marmellata
vuole indicare unicamente un prodotto ottenuto dalla mescolanza di zucchero e
agrumi. Non sarebbe perciò utilizzabile per gli altri tipi di frutta (vedi
sopra, in riferimento alle albicocche); che invece producono confettura. Sorrido
a mia sorella e dico: “Sarebbe la farcitura perfetta per una torta, tipo Sacher!”.
Golosissima Me!!! Insomma, è sicuro che
ne prepareremo ancora! ;-) Uso il plurale tipico di chi si è perso qualcosa e
non vuole che accada di nuovo. :-D Un’altra piccola tradizione, ascoltando il
suggerimento di Paddingoton?!? Chissà…
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