Un sabato che comincia e prosegue a rilento. Colpa di un mal di gola
che non mi da tregua da ieri sera. Quelle infezioni fastidiose, pur non
eccessivamente debilitanti, che si manifestano appena hanno il sentore di fine
settimana in avvicinamento. Ho la sensazione che proprio adesso si stia tenendo
un rave party di formiche sopra la mia faringe.
Rimango comunque dell’idea di sbrigare l’unica incombenza vera della
giornata e, già che ci sono, vorrei passare in
libreria. Oggi è la giornata mondiale del libro.
Sono le dieci quando riesco a tirarmi fuori dal letto e scendere in
cucina per la colazione. Il progetto di ritornare a scrivere di mattina presto
se ne va a farsi benedire per l’ennesima volta.
Un’ora e venti più tardi sono già in fila all’ufficio postale; un’altra
delle cose che sarebbe bene sbrigare prima delle nove.
Prendo il numero riservato ai contocorrentisti. Dovrebbe garantire una
velocità di scorrimento maggiore, almeno in teoria. Ma dubito che serviranno meno
di trenta minuti per far sì che le undici persone che ho davanti si tolgano di
mezzo.
Sono il 51. Stanno servendo il 39.
Un signore entrato subito dopo di me sbuffa, ancor prima di vedere il
piazzamento del suo turno, perché l’ufficio è decisamente affollato.
Ok! Pazienza. Se non riesco ad andare in libreria entro la mattinata,
vorrà dire che ci tornerò nel pomeriggio. È la giornata mondiale del libro, non
si può non acquistare nulla per l’occasione.
Osservo lo scorrimento dei numeri sul grande display appeso al muro,
con lo stesso interesse con cui mi ritrovo a leggere le notizie che scorrono su
uno schermo tv poco lontano. Dovessero interrogarmi in merito all’una o all’altra
cosa, in entrambi i casi non saprei cosa rispondere.
Riesco a ristabilire la giusta attenzione nel momento in cui i numeri sembrano
impazzire all’improvviso e saltano in fretta dal 41 al 46. Quei piccoli
miracoli inaspettati, che possono accadere all’ufficio postale se qualcuno
decide di non poter aspettare più di qualche minuto per poter essere servito. Certo
che sei persone che abbandonano il tentativo non sono poche...
Buon per me!
Per me e per la signora seduta più avanti, che un attimo prima già si
stava lamentando di dover ancora andare al supermercato a fare la spesa per il
pranzo ed ora è davanti all’addetto per poter pagare dei bollettini in
scadenza.
Anche la donna seduta accanto non scherza, in quanto a entusiasmo improvvisamente
ritrovato.
Stringe in mano due biglietti e ha l’aria di chi sta controllando le estrazioni
del lotto alla tv, per vedere se ha vinto.
È un testa a testa tra i numeri dei correntisti e quelli generici per
i bollettini. Da una parte il 47, aspettando il 48. Dall’altra il 73,
aspettando il 74. Scatta prima il 48.
Sorrido mentre la osservo che si alza in piedi per far capire di
esserci e sento le labbra incresparsi ancora di più quando la vedo regalare il
suo 74 al ragazzo seduto accanto a lei. Lui stringeva in mano l’85. Quando si
dice un colpo di fortuna di massa!
Il 49 è di nuovo mancante. Il 50 è sbrigativo. Arrivato finalmente il
mio turno, decido di dare una mano anch’io al prossimo scegliendo di non
bloccare la fila per compilare il modulo per un bonifico. L’ultima volta che mi
è capitato di doverne fare uno, l’addetto allo sportello ha preferito approfittarne
per riposarsi un po’. Scelte.
Il signore dietro di me mi sorride. A mezzogiorno siamo entrambi fuori
di lì.
C’è un movimento discreto di gente anche in libreria. Mi piace pensare
che siamo lì tutti per la stessa ragione, ma rimane una supposizione non
verificata.
Mi piazzo davanti allo scaffale delle novità e rimango a fissare le
copertine, fino a che non trovo qualcosa in grado di colpirmi. È strano dover
fare i conti con un imbarazzo della scelta che non dipende tanto dal fatto di
non trovare qualcosa che sia affine ai gusti, quanto al non sapere a che cosa
dare la precedenza.
Leggo la quarta di copertina di tre libri che trovo tutti interessanti
e, anche se vorrei stabilire in maniera oculata quale portare fino alla cassa
con me, alla fine lascio che sia l’istinto a guidarmi. Una volta tanto…
Un giro per gli altri scaffali, trovo anche ‘lui’...
La prima volta che mi ci sono imbattuta, leggendo commenti entusiasti
su Facebook, mi sono trattenuta dall’acquistarlo immediatamente on-line. La seconda
volta è stato un faccia a faccia al supermercato. Non l’ho messo nel carrello
insieme ai cereali, agli yogurt e ad altre cose, un po’ perché andavo di fretta
e un po’ perché… custodivo l’idea di conservare quell’acquisto per un’occasione
speciale. Oggi non avevo più scuse per rimandare ancora.
Ho la sensazione che entrambi i libri saranno in grado di regalarmi
qualcosa di speciale. Non capita sempre, pur trattandosi di buone letture.
Mentre torno a casa, con i miei acquisti sistemati dentro una busta di
carta, mi ritrovo a domandarmi se per caso si trovino bene l’uno accanto all’altro.
Il pensiero folle di un secondo, che è però ragione di un nuovo sorriso
divertito.
Arrivo al parcheggio sotto un cielo grigio, che più grigio non si può.
È una fortuna che il tempo abbia retto, nonostante sia da una settimana che
tutti vanno dicendo quanto pioverà questo weekend.
Entro in macchina e mi lascio avvolgere dall’odore di pane fresco. Avevo
dimenticato di essere passata al forno, prima di ogni altra cosa.
In fondo alla strada, ferma allo stop, le prime gocce cominciano a
colpire il vetro. È il tempo ideale per un pranzo veloce, per una tazza di tè e
per una nuova storia da leggere sotto le coperte. Mentre le formiche continuano
con il loro rave… ;-)
Alla prossima!
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