Una po’ di tempo per me. L’idea di andare a fare una passeggiata
insieme a Mat. Quella di percorrere una strada conosciuta, ma sempre speciale.
Pensieri zero.
Mi accorgo di avere l’attenzione catturata da qualcosa. I rumori
intorno. L’originale mescolarsi tra di loro. Mi ritrovo a cercare di carpire
l’esistenza - o meno - di un certo ritmo; di una certa sequenza. Il rumore dei
miei passi sulla strada sterrata. Il rumore delle sue zampe sullo stesso
tragitto. Il rumore del mio respiro, a tratti affaticato. Il rumore del suo,
anch’esso spesso più pesante del normale. Il rumore delle foglie mosse dal
vento. Quello della sua medaglietta al collo. Tintinnio leggero, ma costante, a
testimonianza sonora della sua esuberanza canina. Lo scorrere dell’acqua, in
lontananza. Un concerto inedito, unico e irripetibile.
A un certo punto, una curva.
È lì, appena dietro l’angolo. Lo sguardo cattura l’istante e, anche se
gli occhi hanno già visto ciò che stanno ammirando, scattano comunque una nuova
fotografia per il cuore.
Quel posto sa di essere speciale. Sa di essere emozione pura per
molti. Sa che potrebbero essere non frequenti gli incontri, ma non per questo
capita di trovarlo non all’altezza delle aspettative.
È un posto paziente. Sa aspettare il momento in cui c’è bisogno di
lui, perché l’animo possa rasserenarsi di più. È un luogo immerso in un’atmosfera
speciale, che è quasi magia.
Respiro a pieni polmoni. chiudo gli occhi per un istante, prima di
riprendere a camminare.
Poco più in là c’è un pezzo di prato. Distesa su una panca di legno, cerco
di immortalare una porzione di cielo.
Un nuovo sbuffo di vento. Mi ritrovo a seguire con lo sguardo il volo leggero di qualcosa che non riconosco immediatamente. È il seme di un dandelion; o soffione.
Un nuovo sbuffo di vento. Mi ritrovo a seguire con lo sguardo il volo leggero di qualcosa che non riconosco immediatamente. È il seme di un dandelion; o soffione.
Se escludo le volte in cui li ho liberati in aria con un soffio, dopo
aver espresso un desiderio, penso di poter dire che questa sia la prima
occasione che ho di incontrarne uno solitario.
Continuo a fissarlo e mi sorprendo a scoprire quanto sia vero, che
sembra stia danzando. Il rumore delle foglie mosse dal vento. Quello dell’acqua
che scorre. Un seme di dandelion danzante.
A proposito d’acqua, comincia a piovere. Poche gocce, che lasciano
traccia immediata di loro sulla pietra. È ora di andare.
Chiedo in silenzio alle nuvole che aspettino ancora un po’, prima di
mettersi a piangere per bene.
La strada a ritroso sembra più breve.
A poche decine di metri da casa, mi accorgo di essere stata una sorta
di taxi per un piccolo ospite. Un piccolo bruco verde. Chissà cosa l’ha spinto
ad aggregarsi. Certo dovrà aspettare di essere farfalla, per poter tornare dov’era.
O, forse, non vi tornerà affatto.
Lo lascio libero su un filo d’erba, non prima di aver scattato una
fotografia.
Mat si accorge e richiede attenzioni tutte per sé.
Gli prometto di replicare presto momenti come questo, ma adesso è tempo di muoversi.
Sull’asfalto, che rimane in silenzio sotto di noi, a un certo punto
incontriamo Pepe.
È uno yorkshire impavido. Si avvicina al naso di Mat e pretende un
incontro, occhi negli occhi. Si allontana di nuovo. Abbaia più volte, forse
offeso dal fatto di non aver ricevuto chissà quale reazione. Non gli importa la
differenza di stazza, né che Mat continui a guardalo con noncuranza evidente. Lui
continua ad abbaiare.
Non ci rimane che allontanarci in fretta e riprendere, lesti, il
cammino. Pochi passi ancora…
Questo è fare una passeggiata come si deve!
RispondiEliminaProprio così! Quando tornerete da queste parti, magari, possiamo farla insieme. Vale assolutamente la pena :-D
Elimina