lunedì 25 aprile 2016

"Uno schiocco di dita" di Chiara Pellegrini

Vivere nella stessa, piccola città e non conoscersi. Rimanere sconosciute l’una all’altra, fino a poco tempo fa.
Chiara ed Io. Tre parole che potrebbero essere il titolo perfetto per un racconto, ma che in questo caso vogliono essere preludio ad una sorta di presentazione.
Non è mai cosa semplice scrivere di qualcuno, quando sai che quel qualcuno è adesso parte delle tue amicizie reali. Nonostante ciò, cercherò di farlo nel migliore dei modi.
Considero la nostra amicizia (ancora agli inizi, ma speriamo duratura) un dono speciale, figlio di una passione in comune. Anzi, di due.

Io amo scrivere.
Chiara ama scrivere.
Chiara ama leggere.
Io amo leggere.

Ritrovarsi sedute intorno a un tavolo a parlare di autori, di libri e di idee è quanto di meglio possa esserci per far scorrere velocemente le lancette dell’orologio. Nelle nostre chiacchierate serali, non di rado ci è capitato di accorgerci che… era già domani.
Ci siamo conosciute per caso, grazie ad un amico in comune che ci ha inserite entrambe in una chat di Facebook. Lentamente, è stato l’inizio di un confronto frequente.
Quando Chiara mi ha parlato per la prima volta delle sue parole su carta, non sono riuscita a resistere e ho ordinato subito il libro. Una storia che mi ha catturata sin dalle prime righe. Un colpo di fulmine che non è raro per un lettore, ma che – ogni volta – è come fosse la prima e unica.
Uno schiocco di dita è una storia che trova spazio, luogo e tempo in centoquarantaquattro pagine. Almeno in apparenza.


Nella realtà, Uno schiocco di dita è un piccolo mondo carico di emozioni, in grado di trasportare il lettore per le strade del cuore, lungo percorsi che – quasi sicuramente – tutti conosciamo. Un piccolo, grande universo dal quale, poi, non si vorrebbe uscire più. Forse, non se ne esce più per davvero.
L’ho letto d’un fiato, non perché agevolata dalla sua compattezza. L’ho letto d’un fiato, perché mi sono ritrovata ad avere a che fare con una storia in grado di catturare sino ai massimi livelli. L’ho letto d’un fiato perché, in qualche modo, è stato come essere Marta per un po’. È stato come leggere le pagine di un diario. Come se quel diario fosse il mio. Chiara sa parlare al cuore, sa raccontare al cuore di se stesso.
Scrivo questo post a distanza di tempo dalla lettura del libro, eppure non ho difficoltà a ricordare ciò che è stato. Le emozioni provate.


Scrivo questo post adesso, perché adesso è di prossima uscita un nuovo romanzo di Chiara… mi sento già fremere dalla curiosità! ;-)
Sulle orme di Uno schiocco di dita, anche la nuova storia prova a mettersi in gioco attraverso il concorso indetto dalla pagina web ilmiolibro.it. È già sicuro che, a prescindere dall’esito del concorso, sarà un nuovo successo.
Vi va di sapere di più?
Le domande sono quelle ormai riservate ai post dedicati agli Autori…

Quando hai capito che saresti diventata una scrittrice e come è nata l’idea della storia?
A dire la verità non c'è stato un momento preciso in cui mi sono detta “ecco, finalmente sonno una scrittrice”. Voglio dire che fare la scrittrice credo sia un mestiere come un altro. Capisci di essere un muratore quando inizi a farlo e questo vale per ogni altro mestiere, così presto, fin da ragazzina, ho scoperto che mi piaceva scrivere storie. Poi si, certo, un'iniziazione c'è sempre, quella prima volta in cui dici a te stessa “da grande farò la scrittrice”. Ma da quando l'ho detto ad oggi che mi sono affacciata al mondo della scrittura con il mio primo timido romanzo sono passati quasi vent'anni! Invece per quel che riguarda la storia del mio romanzo, beh, ci si potrebbe scrivere un altro libro, ma basterà dire che dal momento in cui ho fatto la prima stesura (che tra l'altro non era un romanzo ma un brevissimo racconto di un paio di pagine) all'auto pubblicazione sono passati dieci anni. Il cassetto era un rifugio comodo, poi ho capito che le storie sono più vive se incontrano qualcuno che le ascolta...avevo voglia di raccontare qualche atmosfera, dedicare un lavoro al posto in cui sono nata ma non usando il metodo autobiografico, piuttosto ricavando dalla pura invenzione (i protagonisti sono frutto della mia immaginazione) qualche pensiero mio, profondamente mio, radicato nella mia vita. Una storia d'amore, una storia sull'amore, questo volevo raccontare nell'estate del 2001, questo ho provato a tirar fuori in un'estate di tanti anni dopo.

Il commento più bello che hai ricevuto da un lettore…
Ce ne sono tanti, tra cui qualche critica “cattiva” che mi è servita a confrontarmi con me stessa. Ma i pensieri tra i più belli ricevuti  sono alcuni scatti, foto che qualche lettrice mi ha inviato senza  pensieri aggiunti, solo le foto del libro in certe situazioni, come per esempio l'ultimo, arrivato poco fa, con il mio libro sulla tastiera di un pianoforte e vicino, una borsa...m'ha evocato una sensazione speciale che rimane con me. Ogni pensiero che arriva è un dono prezioso.

Consigli che daresti a esordienti?
Di scrivere. Di non avere paura del foglio bianco e di rispettarlo, di rispettarsi. Credo che scrivere oggi sia un percorso complicato come sempre...forse sembra più facile arrivare ad una meta perché di strumenti per farsi leggere e conoscere ce ne sono molti di più rispetto a un secolo fa. Ma io credo che rispettare il foglio bianco e se stessi voglia dire saper aspettare e non la casa editrice o il contratto, ma il momento buono per la storia e per se stessi. Un mio amico mi disse un giorno “fossi anche solo io a leggere la tua storia ne sarà valsa la pena” e il mio amico era molto saggio. Mi sono fidata di lui, non sono una scrittrice, non faccio ancora la scrittrice, ma ho scritto una storia e qualcuno l'ha letta, ho stabilito contatti nuovi. Non è volare basso questo, è rispettarsi. Abbiate rispetto di voi, delle vostre storie, di chi le leggerà.

Libri d’altri… le tue letture preferite?
Il mio libro preferito è “Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino”di Collodi. E' il primo libro che trovo nella mia memoria. Poi ce ne sono tanti...il genere che preferisco è il romanzo. Amo certi autori intramontabili, Nabokov e la sua “Lolita”, Marquez, leggo tanto, di tutto. Amo i contemporanei, la Mazzantini e Erri De Luca, Valentina D'Urbano che è una giovane autrice che ha già scritto tanto, Carmen Pellegrino...si, mi piace nominare oltre che i grandi di ieri, pure gli autori di oggi, che scrivono il nostro tempo e le visioni che regala. Il libro più speciale che ho incontrato però è “Rayuela. Il gioco del mondo” di Cortazar. Lo consiglio a tutti, perché è un viaggio straordinario e stranissimo. Poi c'è Omero, Iliade e Odissea mi hanno regalato tra le immagini più belle che porto con me.

Il prossimo libro che scriverai parlerà di...?
Questa domanda capita in un giorno in cui è prossima l'uscita del mio secondo libro. Una storia contemporanea a me, nel senso che l'ho scritta fino a gennaio scorso, quindi è una storia di oggi. Un libro nel libro, un racconto nel racconto, epoche diverse, personaggi che richiamano altri personaggi...insomma è un lavoro che io definisco “la mia prima e vera prova del fuoco”. Ha una copertina disegnata da un ragazzo che conosco, un artista della mia città che ho coinvolto in questa mia avventura...anche nel mio primo libro, l'immagine di copertina è di una ragazza, un'artista eugubina. Mi piace dare uno spazio a loro,anche se la mia barca dovesse affondare so che ha avuto una famiglia intorno, e questa la rende già speciale.

Che altro aggiungere?
Vi lascio la descrizione del libro e… i riferimenti alla sua pagina Facebook! Non ve ne pentirete. Parola! :-D <3


“Succede di amarsi, amarsi terribilmente, amarsi in una maniera folle. Succede di tornare ad amare se stessi dopo essersi rinnegati. Succede, dopo un lungo viaggio al buio, di ritrovare l'orizzonte ampio di un cielo limpido. Succede la pace. Succede un silenzio. Succede una notte zeppa di sogni, una notte come questa. Succede ed è meraviglia." In un giorno d'estate, Marta e Luca si ritrovano e nel caldo torrido di una notte in collina tornano a guardarsi. Marta racconta, saltando tra passato e presente, il desiderio di felicità che nutre da sempre e che Luca raccoglie, esaudisce. Il cuore di questo romanzo breve è un incontro, un amore sognato e per questo vivo. Se è accaduto davvero o è solo frutto di immaginazione, non importerà saperlo. Leggendolo, accadrà.

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