Vivere nella stessa, piccola città e non conoscersi. Rimanere
sconosciute l’una all’altra, fino a poco tempo fa.
Chiara ed Io. Tre parole che
potrebbero essere il titolo perfetto per un racconto, ma che in questo caso
vogliono essere preludio ad una sorta di presentazione.
Non è mai cosa semplice scrivere di qualcuno, quando sai che quel
qualcuno è adesso parte delle tue amicizie reali. Nonostante ciò, cercherò di
farlo nel migliore dei modi.
Considero la nostra amicizia (ancora agli inizi, ma speriamo duratura)
un dono speciale, figlio di una passione in comune. Anzi, di due.
Io amo scrivere.
Chiara ama scrivere.
Chiara ama leggere.
Io amo leggere.
Ritrovarsi sedute intorno a un tavolo a parlare di autori, di libri e
di idee è quanto di meglio possa esserci per far scorrere velocemente le
lancette dell’orologio. Nelle nostre chiacchierate serali, non di rado ci è
capitato di accorgerci che… era già domani.
Ci siamo conosciute per caso, grazie ad un amico in comune che ci ha
inserite entrambe in una chat di Facebook. Lentamente, è stato l’inizio di un
confronto frequente.
Quando Chiara mi ha parlato per la prima volta delle sue parole su
carta, non sono riuscita a resistere e ho ordinato subito il libro. Una storia
che mi ha catturata sin dalle prime righe. Un colpo di fulmine che non è raro
per un lettore, ma che – ogni volta – è come fosse la prima e unica.
Uno schiocco di dita è una storia che trova spazio, luogo e
tempo in centoquarantaquattro pagine. Almeno in apparenza.
Nella realtà, Uno schiocco di dita è un piccolo
mondo carico di emozioni, in grado di trasportare il lettore per le strade del
cuore, lungo percorsi che – quasi sicuramente – tutti conosciamo. Un piccolo,
grande universo dal quale, poi, non si vorrebbe uscire più. Forse, non se ne esce
più per davvero.
L’ho letto d’un fiato, non perché agevolata dalla sua compattezza.
L’ho letto d’un fiato, perché mi sono ritrovata ad avere a che fare con una
storia in grado di catturare sino ai massimi livelli. L’ho letto d’un fiato
perché, in qualche modo, è stato come essere Marta per un po’. È stato come
leggere le pagine di un diario. Come se quel diario fosse il mio. Chiara sa
parlare al cuore, sa raccontare al cuore di se stesso.
Scrivo questo post a distanza di tempo dalla lettura del libro, eppure
non ho difficoltà a ricordare ciò che è stato. Le emozioni provate.
Scrivo questo post adesso, perché adesso è di prossima uscita un nuovo
romanzo di Chiara… mi sento già fremere dalla curiosità! ;-)
Sulle orme di Uno schiocco di dita, anche la nuova
storia prova a mettersi in gioco attraverso il concorso indetto dalla pagina
web ilmiolibro.it. È già sicuro che, a prescindere dall’esito del concorso,
sarà un nuovo successo.
Vi va di sapere di più?
Le domande sono quelle ormai riservate ai post dedicati agli Autori…
Quando hai capito che saresti diventata una scrittrice e come è nata
l’idea della storia?
A dire la verità non c'è stato
un momento preciso in cui mi sono detta “ecco, finalmente sonno una
scrittrice”. Voglio dire che fare la scrittrice credo sia un mestiere come un
altro. Capisci di essere un muratore quando inizi a farlo e questo vale per
ogni altro mestiere, così presto, fin da ragazzina, ho scoperto che mi piaceva
scrivere storie. Poi si, certo, un'iniziazione c'è sempre, quella prima volta
in cui dici a te stessa “da grande farò la scrittrice”. Ma da quando l'ho detto
ad oggi che mi sono affacciata al mondo della scrittura con il mio primo timido
romanzo sono passati quasi vent'anni! Invece per quel che riguarda la storia
del mio romanzo, beh, ci si potrebbe scrivere un altro libro, ma basterà dire
che dal momento in cui ho fatto la prima stesura (che tra l'altro non era un
romanzo ma un brevissimo racconto di un paio di pagine) all'auto pubblicazione
sono passati dieci anni. Il cassetto era un rifugio comodo, poi ho capito che
le storie sono più vive se incontrano qualcuno che le ascolta...avevo voglia di
raccontare qualche atmosfera, dedicare un lavoro al posto in cui sono nata ma
non usando il metodo autobiografico, piuttosto ricavando dalla pura invenzione
(i protagonisti sono frutto della mia immaginazione) qualche pensiero mio,
profondamente mio, radicato nella mia vita. Una storia d'amore, una storia
sull'amore, questo volevo raccontare nell'estate del 2001, questo ho provato a
tirar fuori in un'estate di tanti anni dopo.
Il commento più bello che hai ricevuto da un lettore…
Ce ne sono tanti, tra cui
qualche critica “cattiva” che mi è servita a confrontarmi con me stessa. Ma i
pensieri tra i più belli ricevuti sono
alcuni scatti, foto che qualche lettrice mi ha inviato senza pensieri aggiunti, solo le foto del libro in
certe situazioni, come per esempio l'ultimo, arrivato poco fa, con il mio libro
sulla tastiera di un pianoforte e vicino, una borsa...m'ha evocato una
sensazione speciale che rimane con me. Ogni pensiero che arriva è un dono
prezioso.
Consigli che daresti a esordienti?
Di scrivere. Di non avere paura del foglio bianco e di rispettarlo,
di rispettarsi. Credo che scrivere oggi sia un percorso complicato come
sempre...forse sembra più facile arrivare ad una meta perché di strumenti per
farsi leggere e conoscere ce ne sono molti di più rispetto a un secolo fa. Ma
io credo che rispettare il foglio bianco e se stessi voglia dire saper
aspettare e non la casa editrice o il contratto, ma il momento buono per la
storia e per se stessi. Un mio amico mi disse un giorno “fossi anche solo io a
leggere la tua storia ne sarà valsa la pena” e il mio amico era molto saggio.
Mi sono fidata di lui, non sono una scrittrice, non faccio ancora la
scrittrice, ma ho scritto una storia e qualcuno l'ha letta, ho stabilito
contatti nuovi. Non è volare basso questo, è rispettarsi. Abbiate rispetto di
voi, delle vostre storie, di chi le leggerà.
Libri d’altri… le tue letture preferite?
Il mio libro preferito è “Le avventure di Pinocchio. Storia di un
burattino”di Collodi. E' il primo libro che trovo nella mia memoria. Poi ce ne
sono tanti...il genere che preferisco è il romanzo. Amo certi autori
intramontabili, Nabokov e la sua “Lolita”, Marquez, leggo tanto, di tutto. Amo
i contemporanei, la Mazzantini e Erri De Luca, Valentina D'Urbano che è una
giovane autrice che ha già scritto tanto, Carmen Pellegrino...si, mi piace
nominare oltre che i grandi di ieri, pure gli autori di oggi, che scrivono il
nostro tempo e le visioni che regala. Il libro più speciale che ho incontrato
però è “Rayuela. Il gioco del mondo” di Cortazar. Lo consiglio a tutti, perché
è un viaggio straordinario e stranissimo. Poi c'è Omero, Iliade e Odissea mi
hanno regalato tra le immagini più belle che porto con me.
Il prossimo libro che scriverai parlerà di...?
Questa domanda capita in un giorno in cui è prossima l'uscita del
mio secondo libro. Una storia contemporanea a me, nel senso che l'ho scritta
fino a gennaio scorso, quindi è una storia di oggi. Un libro nel libro, un
racconto nel racconto, epoche diverse, personaggi che richiamano altri
personaggi...insomma è un lavoro che io definisco “la mia prima e vera prova
del fuoco”. Ha una copertina disegnata da un ragazzo che conosco, un artista
della mia città che ho coinvolto in questa mia avventura...anche nel mio primo
libro, l'immagine di copertina è di una ragazza, un'artista eugubina. Mi piace
dare uno spazio a loro,anche se la mia barca dovesse affondare so che ha avuto una
famiglia intorno, e questa la rende già speciale.
Che altro aggiungere?
Vi lascio la descrizione del libro e… i riferimenti alla sua pagina
Facebook! Non ve ne pentirete. Parola! :-D <3
“Succede di amarsi, amarsi terribilmente, amarsi in una maniera folle.
Succede di tornare ad amare se stessi dopo essersi rinnegati. Succede, dopo un
lungo viaggio al buio, di ritrovare l'orizzonte ampio di un cielo limpido.
Succede la pace. Succede un silenzio. Succede una notte zeppa di sogni, una
notte come questa. Succede ed è meraviglia." In un giorno d'estate, Marta
e Luca si ritrovano e nel caldo torrido di una notte in collina tornano a
guardarsi. Marta racconta, saltando tra passato e presente, il desiderio di
felicità che nutre da sempre e che Luca raccoglie, esaudisce. Il cuore di
questo romanzo breve è un incontro, un amore sognato e per questo vivo. Se è
accaduto davvero o è solo frutto di immaginazione, non importerà saperlo.
Leggendolo, accadrà.
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