mercoledì 27 febbraio 2013

Finalmente on-line...

Eccomi di nuovo qua! Un po' indietro con tutto ciò che è passioni e svago... e con i diversi progetti (di penna e non...) che sempre mi accompagnano, tra un pensiero e l'altro. Ma... almeno una buona notizia c'è! 


Sotto l'Albero... 
è finalmente disponibile 
on-line!!!
Questi alcuni dei link...


Tramite Facebook ho appena ricevuto un messaggio da un'amica di Milano che l'ha già ordinato e proprio oggi ho spedito un pacchetto per Roberta di Cremona che ha voluto anche Se la pioggia va in vacanza... Chissà in quali altri luoghi, ancora, potrà arrivare... speriamo in tanti! Auguro a tutti una buona serata... a presto!!!

sabato 16 febbraio 2013

Io intanto urlo, poi...


Di nuovo sabato. Per quanto adori questo giorno perché è il momento della settimana che mi permette di riposarmi un po’ di più, ci sono volte in cui… mi va un po’ ‘più stretto’. Lo so… lo so… ultimamente in questi Post non sono il massimo della verve, ma… pensa che ti ripensa, gira che ti rigira… con la mente vado sempre a finire su ciò che ‘non va’.
Non che ci sia tantissimo di cui lamentarsi nella mia vita. Sono molto grata di tutto quello che ho e consapevole che ci sono persone che non possono dire altrettanto. Solo che…
Ecco. È la presenza di questo ‘Solo che…’, che a tratti mi toglie il respiro. In una vita normale ci si dovrebbe ritrovare in difficoltà in situazioni eccezionali, come può esserlo questa mondiale carenza di lavoro e la tendenza a sospettare che non ce la faremo a rialzare la testa. Eppure, ciò che preoccupa a me va oltre l’instabilità del momento.
Mi sono divertita a fare un gioco l’altro giorno ed è stato brutto costatare che bastano le dita di una mano e nemmeno tutte dell’altra per contare le persone su cui  sento di poter fare affidamento, mentre a un certo punto ho perso il conto delle volte in cui ho dovuto adoperarle entrambe per contare i momenti in cui la mia vita è stata attraversata da persone che con superficialità sono arrivate, con menefreghismo sono restate e con cattiveria se ne sono andate. Ancora più stupefacente, poi, è stato capire che alla fine dei conti… il minore dei mali è stato quello legato a un fidanzato che ad un certo punto ha deciso che le nostre strade non erano più fatte per continuare sullo stesso binario. Dirò di più… a posteriori (parlo di ragionamenti di anni fa, ormai) non solo ho condiviso, ma… ad oggi penso proprio che sia stato un modo come un altro per salvarci entrambi da qualcosa che sarebbe stato molto peggio di una fine spiacevole. Lui lo sa, io lo so e la vita – per quel che ci riguarda – procede con serenità. Sì. È tutto il resto, che non va. La fine di un rapporto può essere insita in ogni inizio. Può presentarsi, oppure no. Ma, fa parte del gioco. È qualcosa per cui, in un certo qual modo, si è preparati sin dal momento in cui si decide di prendersi per mano la prima volta. Non ero e non lo sono tutt’ora… preparata per tutto ciò che mi pare popoli il mondo in questo nuovo millennio ormai iniziato da un po’ e che – mi pare – non abbia niente in più di speciale, rispetto al vecchio.
Ho provato a pensare che una convinzione del genere potesse essere data dal fatto di essere adulta ora e non prima. Ma… come mai, allora, anche gli adulti-adulti si lamentano? Non credo sia perché la lamentela sta cercando di spandersi a macchia d’olio nella speranza di diventare sport nazionale (pure mondiale, volendo)… penso piuttosto che, anche se agli orecchi di chi ascolta può apparire noioso, la ragione stia tutta dalla parte di chi afferma: la società è superficiale. Qui, sì… che ci vorrebbe un mega applauso con standing ovation!!! Invece… il più delle volte la risposta si limita ad una risatina in faccia del tipo “la scoperta dell’acqua calda!”, ad una alzata di spalle e… a un brusco cambio di argomento… “chissà cosa sta facendo il Milan-Juve-Inter-Lazio… ecc…?!?”, “Dici che questo vestito mi ingrassa?”, “I capelli sono a posto?”...
Mmmm… mamma mia! Solo provare a contare le volte in cui mi è successo di imbattermi in qualcosa del genere, mi fa venire le vertigini: è ridicolo!!!
Come ridicolo è il fatto di vedere prassi del genere universalmente riconosciute, adottate e accettate, semplicemente perché… così fan tutti! No. Mi dispiace… non ci sto. Pur ritenendomi una persona normalissima, con il piacere di trascorrere momenti su Facebook a cazzeggiare da un profilo all’altro e a vedere un po’ che si dice tra il popolo dei ‘facebookiani’, pur capitando di tanto in tanto su Twitter con qualche pensiero istantaneo di pochi caratteri e pur possedendo un Blog-diario… non ci sto all’idea che al di là del virtuale possa esserci niente. Altrimenti, che senso ha riempire il mondo di libri che narrano di storie più o meno possibili o più o meno vissute, che senso hanno i testi delle canzoni più belle nati da momenti di vita vera, che senso hanno i “messaggi di stato”, le condivisioni di massime che si spera non siano solo parole e quella di link? Penso di avere la risposta nel dire che: la virtualità non è meno fasulla della realtà… tutti si cerca di mostrare il meglio, tutti si cerca di apparire felici e spensierati, in molti cercano di scatenare invidia nel prossimo. Eppure… come quando ancora Facebook non esisteva, la mia mente continua a ribellarsi a queste ‘logiche’. Magari… come nella realtà, non sempre lo lascio trasparire a chi ho difronte, ma… non sto sempre bene, non ho sempre voglia di sorridere e non penso che qualcosa valga meno di una chiacchiera fatta a tu per tu, solo perché comunicato tramite Facebook o Twittato o altro. Il mondo vuole utilizzare questi mezzi anche in  politica o in religione… io dico: benissimo! Il problema, per come la vedo io, non è in questo è la base sociale che manca è il backstage del virtuale (che dovrebbe essere il reale!) che va curato. Conosco persone che non appartengono al popolo degli internauti e che si dichiarano orgogliosissimi di non farne parte. Perché? Essere su Facebook non significa mica firmare una dichiarazione di stupidità o di semi infermità mentale? Ogni strumento ha i suoi pro e i suoi contro, dipende tutto dall’uso che se ne fa. Non sarai su Facebook… ma hai una lingua in bocca e una testa pensante… dipende da ciò che dici e da come agisci. Se sei str***o, egoista, menefreghista e meschino nella realtà… importa veramente che tu non sia on-line?!? La risposta che mi verrebbe da dare a chi ho sentito dire così sarebbe: in tal caso, è solo un virus di meno che gira per il “www”. Di contro, alcuni – da che esiste questo grande mondo virtuale e questa grande mania del ‘farsi amici’ – sono diventati dei perfetti Joker moderni. E qui bisogna allora diventare abili a capire… quale delle due facce è più vera. Sei ciò che dici di essere on-line? O sei la persona che mostri di essere in carne ed ossa? Personalmente, fino a che posso scelgo di eliminare da entrambi gli ambiti soggetti del genere. Puoi parlare, puoi scrivere, puoi fare e dire quello che vuoi… la considerazione è pari a zero… perché zero è l’attendibilità di ciò che ‘cerchi di vendere’. Ma, poi… questa gente si sentirà felice? Me lo chiedo… lo avranno capito che la vita è una sola? Che il biglietto delle giostra è uno e che non sono consentite repliche di alcun genere? Se anche vuoi considerare la vita uno spettacolo… ma… non ti conviene provare a fare in modo che almeno ne valga la pena e che sia un bello spettacolo? Sinceramente… qualche anno fa credevo di più nel potere delle buone intenzioni… non avrei mai pensato di ritrovarmi ad oggi a provare a urlare che: “Ma che siamo tutti matti?!?”. Credevo che avrei visto la gente lottare di più per la ricerca della Felicità e per ciò che è giusto. Invece… gira che ti rigira, stiamo mandando in onda un pessimo show. Ognuno nel suo piccolo e tutti insieme nella globalità di un mondo che, volendolo misurare su una scala da uno a dieci, è già tanto se sta dando 3… di tutto ciò che di bello e di buono potrebbe essere. Adesso… avete pure il permesso di chiamarmi: Illusa!!!
Saluto tutti… spero che questo Post sia servito almeno a sbloccare la mente da un circolo vizioso che impedisce anche ai racconti di venire fuori… questi pensieri era da un po’ che se ne stavano da una parte, indecisi se manifestarsi o meno… ma, nella vita di tutti i giorni difendo con i denti e con le unghie ciò che penso sia nel giusto… d’impatto, avevo deciso di lasciar fuori da certe amarezze il mio mondo virtuale, ma… No! Fino a che ce la faccio, dato che lotto per rimanere una persona solare e piena di valori e di scelte in cui credere, scelgo di urlare tutto il mio schifo per ciò che non mi va. E tanto meglio se non sarò l’unica a farlo… vorrei che il mio giro di giostra sia uno di quei giri che, anche se con qualche intoppo, valgano la pena. Ed auguro a tutti voi di poter avere altrettanto… a presto! ;-) 

domenica 10 febbraio 2013

Il Carnevale quanto dura...

I carri allegorici in città... migliaia e migliaia di maschere, per le vie.
Devo ammetterlo... i festeggiamenti di Carnevale non mi hanno mai entusiasmato molto. Non lo so, ma... credo che da sempre sia il concetto di maschera a turbarmi, più di tutto. Sono consapevole dei diversi significati che la festa ha per i paesi di tradizione cattolica e non solo, ma... al di sopra di questo e in un ottica del tutto personale, da piccolina il Carnevale ha rappresentato il dilemma del 'che maschera indossare' e del 'sarò sufficientemente originale'. La ricerca del costume si basava ovviamente sul gusto del periodo (i cartoni animati più in voga erano sempre i più gettonati) e sulla speranza che nessuno fosse colpito dalla stessa idea... 
Poi, crescendo, il sentire la festa è andato scemando... lasciando solo lo strascico di un leggero disagio. Non lo so... riflettendo sul Carnevale proprio oggi, mi è saltato alla mente un pensiero forse bizzarro. Pur trattandosi di festeggiamenti limitati ad un periodo, ho la tendenza a credere (come anche Pirandello scriveva) che la vita in generale non sia che un vortice ininterrotto di maschere. Ne possediamo armadi pieni zeppi, le cambiamo a seconda dell'esigenza e del risultato che si vuole ottenere, siamo abituati a vedere gli altri fare altrettanto nei nostri confronti (quando, invece, dovremmo scioccarci alla consapevolezza di non potersi mai fidare fino in fondo degli occhi che ci guardano...). Sarà che questa nuova domenica è nuovamente condita da un po' di sconforto, ma... giuro che mi angoscia il non riuscire a trovare una risposta alla domanda: "Perché ci viene molto più semplice mentire e mascherare tutto ciò che è la vita vera, nascondendola agli occhi altrui?". "Perché la bugia o le mezze verità sembrano sempre a portata?". E' pur vero che esistono verità scomode da tirare in ballo, ma... bisognerebbe comunque riuscire ad avere il coraggio di farlo. Per non andare a finire sempre peggio, se non altro. Di contro... per un uso e costume che vige trecentosessantacinque giorni l'anno (ultimamente mi pare di vedere quando sia indispensabile far credere agli altri di essere sempre felici... altrimenti, il timore che subentra è quello di passare da sfigati!), c'è un festeggiamento in particolare che adoro molto di più e che sembra tornare alla mente delle persone solo nel giorno segnato sul calendario (a volte, pure in ritardo!). San Valentino... proprio, la festa degli innamorati. Una volta, parlandone a scuola, un compagno di classe ha detto: "Io e la mia ragazza non festeggiamo San Valentino. Perché, se l'amore è vero, San Valentino è tutti i giorni". Ora... sembrerà banale, scontato, di facile apprezzamento. Ma... concordo in pieno con queste parole e non penso affatto che sia un facile modo per riscuotere il consenso altrui, quello di uscirsene di punto in bianco - mentre in molti si stava parlando dei programmi per la serata - con un'affermazione del genere. Ovvio, che non ho niente in contrario con quelle coppie che si amano e se lo dimostrano sempre e per San Valentino hanno il piacere di ricordarsi quell'amore speciale con qualcosa di più. Sono le coppie che  danno sempre tutto per scontato e improvvisamente si accorgono che siamo di nuovo in vista della Festa degli Innamorati, quelle che non sopporto. Anche in questo caso... trovo palese l'utilizzo di una maschera... quella del perfetto/a innamorato/a. Poi, magari, passato il 14 febbraio (dove, con ogni probabilità, si è speso un botto per cena, fiori ecc...), si torna ad uscire il venerdì sera per locali e ci si limita a guardarsi in giro, a smanettare sul cellulare e a bandire qualunque forma di conversazione... verbale o visiva, che sia... Mah! rimango fortemente scettica sul modo che hanno le persone di vivere l'amore e sento affievolirsi sempre di più la possibilità di trovare qualcuno da avere accanto che la pensi come me e che dia il valore alle piccole cose di sempre. Non sarebbe molto più bello se ci si mascherasse solo un giorno all'anno e ci si facesse vedere per come sì è (meglio ancora se innamorati) per tutti i 365 che, ciclicamente, abbiamo la fortuna di vivere? Io... penso proprio di sì! Abbraccio tutti. A presto, con altri strampalati, personali ragionamenti! Che volete farci... ;-)

lunedì 4 febbraio 2013

C'è Posta per me... Il bellissimo regalo di Anna!!!

Ok... la mia nonna lo diceva sempre: mai rimandare a domani, ciò che puoi fare oggi!!! Così... eccomi qui ad anticipare il Post.
Ok... ok... ok! Diciamolo... sono anche troppo felice, per riuscire a rimandare a domani. Piuttosto... rimando tutto il resto, mi diverto con la macchina fotografica e mi godo ancora un po' questo meraviglioso regalo inatteso
Adoro i segnalibro e Anna (che ringrazio ancora tantissimo!!!) deve averlo capito bene, perché me ne ha inviati due meravigliosi. e' stato bellissimo tornare a casa e trovare la busta dentro alla cassetta delle lettere. Di solito, mi snervo sempre quando c'è posta. Perché o sono 'comunicazioni di servizio' di qualche ufficio o di qualche ente, o sono pubblicità. Ma... stavolta la busta aveva un fascino particolare e - letto il nome del mittente - un enorme sorriso in volto è tutto ciò che ha spazzato via la stanchezza di questa prima giornata lavorativa della settimana. "Certo che è bello ricevere una lettera!". C'era mia sorella accanto a me e non ho potuto fare a meno di commentare così. "Se ci pensi... tra e-mail, chat e sms... non c'è più l'occasione di conservare veramente un ricordo. Di riprenderlo tra le mani dopo un po' di tempo... a meno che non si decida di stampare le e-mail, di fare altrettanto con le conversazioni in chat e di trascrivere da qualche parte gli sms. Tra un po' di anni saremo tutti senza un passato tangibile", ho aggiunto poi.
Lo confesso, io appartengo a quella categoria di persone che - almeno una volta nella vita (ma... anche per più!) - ha trascritto un sms all'interno del diario. Proprio è più forte di me... trovo inaccettabile l'idea di perdere per sempre qualcosa che possa avermi regalato un attimo di pura felicità. :-D
Ma... torniamo alla lettera (maledetta abitudine di saltare di palo in frasca con i pensieri!)...
Certo, non mi aspettavo di aprirla e di leggere tanta emozione per il semplice fatto di averla scritta... una lettera vera!!! Sono d'accordissimo con Anna... è una cosa stupenda.
Poi... il regalo... che Me.ra.vi.glia!!! Bellissimiiiiiiiiiiiiiiiii!!! Che ne dite, lascio parlare le fotografie?







I segnalibro (stupendi, stupendi, stupendi!!!) hanno subito trovato "lavoro" (uno per libro) in due letture in attesa sopra il comodino! Ora, non vedo l'ora di portare a termine le letture in corso, per mettermi all'opera con questi due romanzi, che già mi vedono carica di aspettative!!! 




Vi saprò dire di più, più avanti... 
Nel frattempo, perché non fate un salto nei mondi di Anna... Colori, Scatti &... tanto, tanto, tanto altro!!! Bellissimi!!! Un abbraccio a tutti, a presto!!! ;-)

Post-Anteprima...

Una piccola anteprima del Post di domani, ma... non svelo di più!


Siete curiosi? Spero proprio di sì!!!

sabato 2 febbraio 2013

...cosa sei disposto a rischiare per essere felice?

Febbraio è il mese dell'Amore. C'è San Valentino, ci sono le vetrine dei negozi addobbate con tanti, tanti cuori... c'è un esplosione di buoni sentimenti e di speranze un po' ovunque. E, anche se si è soli, non è male girare per le strade della città e respirare tutto questo nuovo clima di attesa, che per i sentimentali come me vuol dire anche trovare qualcosa di emozionante che 'rimpiazzi' (passatemi il termine!) l'euforia e la magia delle festività passate, legate al Natale. 
Così, capita che un sabato mattina ti ritrovi in casa senza saper bene cosa fare. Concentrarsi nello scrivere sembra che non riesca, abbandonarsi con la mente davanti a un bel film non è la scelta più saggia, se si ha in programma di riservare il piacevole passatempo di una buona storia in dvd alla domenica pomeriggio, leggere qualcosa... Mmm! Sì, potrei... ma... 
I 'ma' che riservo alla possibilità di immergermi in mondi di inchiostro sono davvero pochissimi e - di questi pochissimi - altrettanti pochissimi sono quelli che riescono ad avere la meglio sulle pagine! Per dirla in poche parole... ciò che ha avuto la meglio oggi sul continuare la mia splendida lettura delle avventure di Harold Fry, che in un imprevedibile viaggio, pur se a tratti colto da dubbi, ripensamenti e rimpianti, sta cercando di seguire il cuore in ciò che credo (al momento, almeno!) sia la cosa giusta da fare, è stata l'attrazione verso altre pagine. 
Penso di aver già accennato (una volta, perlomeno!) che di tutte le riviste che ci sono in circolazione, tolta la passione per quelle che specializzate in creatività o in arredamenti per interni (sogno un giorno una casa tutta mia, che parli di me sin dal primo passo dopo la porta d'ingresso!), Donna Moderna è la mia preferita! Ora... è davvero bellissimo sfogliare le pagine in carta patinata e trovare, tra chiacchiere e consigli, l'intervista a una scrittrice nota di cui, per pura e semplice ignoranza personale (oltre che per l'ottimistico rimandare che, talvolta, mi ha portata a posticipare l'acquisto di libri che - ad oggi - pur se inseriti nella lunga lista d'attesa, rimangono ancora non acquistati e non letti) non ho ancora avuto il piacere di leggere almeno un romanzo. Non dico di arrivare ad essere la fan numero uno, ma... almeno, uno... almeno uno avrei potuto possederlo e avrei potuto leggerlo, no?!?
Antonella Boralevi è la bravissima penna di cui parlo. E... ora non prendetemi per pazza, se scrivo bravissima penna! Perché... non avrò ancora letto uno dei suoi libri, ma non mi perdo mai i consigli che dispensa nella sua rubrica "le ragioni del Cuore", in risposta a donne che a tratti trovo molto simili a me e che - come me - forse un po' troppo spesso finiscono per fare a cazzotti con le emozioni.
L'intervista mi è piaciuta a tal punto, che subito ho fatto un'orecchietta alla pagina, nella speranza che stavolta il promemoria funzioni e... un attimo dopo ho deciso di accendere il computer e di cimentarmi in questo Post.

I baci di una notte



Questo il titolo e l'immagine di copertina del nuovo romanzo che - leggo - è appena uscito in libreria per conto di Rizzoli. La storia, almeno dalla trama, è una di quelle che piacciono a me. Le aspettative, inutile negarlo, sono altissime. E, di tutto ciò che la scrittrice parla in riferimento al libro, ciò che mi è piaciuto di più è proprio ciò che ho ritrovato tra le righe della sua rubrica. 'I baci di una notte, racconta un incontro che cambia la vita. E pone una domanda: cosa sei disposto a rischiare per essere felice?'.
Sembrerà strano, ma... non voglio aspettare fino all'ultimo punto della storia, per rispondere. Risposte di questo genere vanno date d'impulso... di getto... senza pensare.

Conosco le ragioni della mia felicità. A queste so collegare un nome e un volto... So che questa persona, anche se ci conosciamo da anni, potrebbe non aver capito o che - se lo ha fatto - potrebbe non essere della mia stessa idea. Non ha importanza. Penso di essere riuscita a superare già abbastanza nella vita e non sono illusa al punto tale da credere che di difficoltà non ce ne saranno ancora. Quello che di bellissimo e di sorprendente c'è in tutta questa faccenda è che... non stavo aspettando qualcuno. Non mi aspettavo che arrivasse qualcuno che già conoscevo... non mi aspettavo di ritrovarmi felice, per il semplice e a tratti assurdo fatto di ritrovarlo tra i pensieri. Dopo la fine disastrosa di un rapporto lungo e una presa in giro che - nel bene o nel male - mi ha segnata nel profondo, l'intenzione era quella di lasciar perdere proprio. Ho tenuto a freno i pensieri una, due, tre... dieci volte. Poi... è arrivato quello che solo adesso so riconoscere come il più giusto dei giusti: Non lasciarti sfuggire l'occasione di essere felice...
Sto cercando di non farlo, anche se non è sempre facile. Sto cercando di non farlo, anche se non so come andrà a finire. Sto cercando di non farlo, perché... se non si è disposti a rischiare tutto per la felicità, allora non c'è cosa che nella vita valga di più per riuscire a farlo. E poi... è ovvio che spero che vada tutto bene! 
Vi farò sapere... per il libro e per tutto il resto! Baci.