lunedì 31 dicembre 2012

Tantissimi Auguri a tutti!!!

A tutti... Tantissimi...


Per un 2013 che possa essere ricco di Felicità, di Amore, di Salute, di Lavoro, di Fortuna e... stracarico di desideri realizzati!!!

Un abbraccio grandissimo. Ci rivediamo presto con nuove creazioni... di perline&co. su EstrosaMente e... di penna, su Il Rumore dei Tasti!!! 

venerdì 28 dicembre 2012

Sotto l'Albero... l'Introduzione!

Guardando l'elenco dei Post a fianco, mi rendo conto solo ora di quanto questo dicembre 2012 sia stato particolarmente intenso e ricco di emozioni e di parole. Lo so, probabilmente - se avete dato uno sguardo al titolo, prima ancora di 'immergervi' nella lettura del Post - vi starete chiedendo cosa io possa avere ancora da dire riguardo al libro (intendiamoci... una parte di me spera che questo interrogativo non vi abbia minimamente sfiorato i pensieri e che - insieme a me - possiate essere felici per questo piccolo-grande traguardo!), eppure... vi assicuro che sono ancora tante le cose di cui spero di riuscire a parlarvi. Come una mamma che osserva i progressi del proprio piccolo giorno dopo giorno, io mi ritrovo stupefatta ora dopo ora di quanto sta avvenendo (di inaspettato) grazie a 'Sotto l'Albero...'. Così, mi ritrovo ancora una volta a sfogliare le prime pagine del volume, a soffermarmi sulle parole che i membri del Comitato degli Alberaioli (http://www.alberodigubbio.com/) hanno speso per l'opera e per me e a rileggere per l'ennesima volta da cima a fondo il mio discorso di introduzione e di ringraziamenti, come se non fossi stata io stessa a mettere in fila, una dopo l'altra, quelle parole. Ecco... a questo voglio dedicare questo nuovo Post per 'Sotto l'Albero...'. All'inquantificabile fortuna che ho avuto e che ancora ho, nell'avere vicino Amici Speciali... allora... al bando le ciance...



Spero di non rimanere troppo tempo, a fissare un virtuale foglio bianco. Ma… trovare le parole giuste, per un’introduzione che sia il più possibile esaustiva e per i ringraziamenti, che esprimano a dovere la mia enorme gratitudine verso tutti coloro che hanno permesso la realizzazione di questo nuovo progetto, non sarà facile di sicuro.
Per questo, mi sento in dovere di dire a chiunque si ritrovi a leggere queste successive, poche righe… Non me ne vogliate, qualora non risultassero pienamente esaustive e gratificanti. Non c’è l’intenzione.
Rotto il ghiaccio… Osservo la pila di fogli, proprio di fronte a me. Non ancora libro compiuto, ma neppure lavoro embrionale.
L’emozione di toccare con mano il frutto di innumerevoli fine settimana passati davanti al computer, è praticamente impossibile da descrivere. Non è la prima volta che mi ritrovo ad avere a che fare con tutto ciò che sta dietro alla realizzazione di un libro. Eppure, è come se lo fosse.
Il cuore batte forte. Ripenso a quel giorno di gennaio… a quell’ultima occasione per starmene un po’ con me, di fronte alla spettacolare magia luminosa che è l’Albero di Natale più Grande del Mondo. Ripenso alla malinconia, dettata dal fatto che non l’avrei più rivisto per molto tempo e alla gioia – subito dopo – al nascere dell’idea.
Sono tante le cose che possono succedere in un giorno, a ciascuno di noi. Figurarsi, allora… quante possono essere quelle che potrebbero accadere all’interno di una comunità intera; in un periodo di tempo cadenzato dall’accendersi e lo spegnersi delle luci colorate, sulle pendici del monte Ingino. Sotto L’Albero…
7 Dicembre 2011 – 10 Gennaio 2012. Trentacinque giorni d’incanto, per eugubini e non… trentacinque racconti.
Immaginare le diverse vicende, non sempre è stato facile e immediato. Ma… man mano che il lavoro procedeva, fino ad arrivare a oggi, ormai prossimo alla presentazione, le soddisfazioni non sono mancate.
Confesso di aver cercato di rappresentare una ‘vita di comunità’ fatta di episodi singolari, che fosse il più possibile eterogenea. Ma, forse mi darete ragione una volta arrivati a leggere fino all’ultimissimo punto (nella speranza che decidiate di arrivarci, soprattutto!), devo ammettere che molto di ciò che traspare è la bellezza e l’importanza dei sentimenti. Che si tratti di amore, di amicizia, o semplicemente del nascere di una conoscenza. Non ha importanza. Amore, amicizia, pace, fratellanza e apertura verso il prossimo, sono gli stessi sentimenti che l’Albero ci sprona a conservare sempre nel cuore, in quel posto d’onore che ciascuno possiede.
Allora… è facile scoprire come anche dietro a qualcosa di apparentemente spiacevole, possa nascondersi del buono, come una vicenda brutta, possa comunque portare con sé qualcosa di bello e – soprattutto – come anche le piccolissime cose di ogni giorno, possano in realtà essere grandi e speciali.
Poco, ma sicuro… tutto ciò di cui finora ho parlato, non sarebbe mai riuscito ad arrivare sotto ai vostri occhi in forma di libro, senza la collaborazione di grandissimi Amici. Un sentitissimo Grazie a mia zia, Patrizia Fumanti, per aver gentilmente acconsentito, affinché un suo racconto entrasse a far parte della raccolta. A mia madre, Loredana Fumanti, perché – dopo diverse insistenze, da parte mia – ha preso parte al progetto, regalandomi l’ispirazione di una breve storia. Al mio caro nonno Ennio Vagnarelli, che – pur non avendolo conosciuto di persona – sento vicinissimo a me e al mio modo di scrivere. Sapere di avere in comune la passione per le parole è qualcosa che mi ha sempre regalato e continua a regalarmi gioia. Avere la possibilità, anche se unica, di affiancare i nostri nomi è per me motivo di immenso orgoglio.
Quindi… un ringraziamento speciale a Francesco Mariottini (e a Francesco Lupatelli, amico in comune), che – nonostante i tantissimi impegni – ha trovato il tempo per esaudire il desiderio di vedere un mio racconto impreziosito dalla sua dedica speciale. A Leonardo Argentina, per l’entusiasmo manifestato nel sapermi ispirata dalla maestria con cui, ogni anno, sa dar vita alla Natività, ambientandola in qualche scorcio eugubino in miniatura. A M.P. (che preferisce rimanere anonimo), per la poesia che racchiude in sé l’intero significato di un racconto e, a ben sentire, non solo di quello. A Roberta Bedini, per l’originalità e la bravura con cui ha saputo guidare il pennello su tela, nella realizzazione dell’immagine che fa da copertina alla raccolta di racconti e che – in uno sguardo – sintetizza perfettamente il senso del lavoro. Arrivando alle fasi più nascoste, ma non meno importanti, un grazie di cuore a Maurizia Baccarini della libreria Fotolibri, per la fiducia dimostrata e per il tempo speso seguendo, passo dopo passo, la realizzazione materiale del libro. Grazie all’ex direttore didattico Giancarlo Sollevanti, per la preziosa e costante supervisione. Grazie all’Amministrazione Comunale di Gubbio e alla Biblioteca Sperelliana, per il patrocinio. Un sentito ringraziamento a Gianluca Sannipoli.
A tutti loro… Grazie!

Elisa


Vi lascio con l'augurio di trascorrere una serena e felice serata! Che cosa avete in programma per il fine settimana? Nel mio bolle in pentola qualcosa di speciale, ma... vi dirò più avanti (spero!)... un abbraccio!

giovedì 27 dicembre 2012

Centostorie... la libreria a Roma!

Eccomi di nuovo!
Pur passato da poco il Natale, fatico ancora un po' a rendermi conto che presto sarà un nuovo anno.
C'è di bello che in questi giorni di vacanza sto facendo ciò che di più mi piace... con una tazza di tè sempre a portata di mano, la televisione sintonizzata su qualche bel film natalizio e il fuoco nel caminetto, allegro e scoppiettante, navigo in rete in cerca di mondi speciali... perché anche rimanendo seduti ad un tavolo, si può arrivare lontano!!!
Giro, giro, giro, fra un click e l'altro... fino a che mi imbatto in questo meraviglioso mondo di storie per bambini. (clicca sulla foto!)


Non ho avuto modo di visitare il negozio di persona (non ancora, almeno), ma... solo a vederlo on-line, mi fa venire voglia di precipitarmi lì. Sarà solo perché amo i libri per bambini? Non credo proprio... A ogni modo, "Centostorie" rappresenta un motivo in più per non mandare più troppo per le lunghe quella breve vacanza a Roma che sto progettando da tanto e che - per un motivo o per un altro - ho continuato a rimandare, rimandare e rimandare. Non solo... Con l'arrivo dell'anno nuovo mi ripropongo anche di arricchire questo Blog con "personali consigli" per quelli che sono gli incantevoli mondi fatti di pagine e di inchiostro... proseguirò seguendo il mio gusto, ma... spero di incontrare anche il vostro consenso.
Ci sono altre iniziative che spero di riuscire a portare a termine, ma... rimando il tutto ai prossimi Post! Rimanete in vista, mi raccomando!!!
Abbracci grandi, a presto!

lunedì 24 dicembre 2012

Buon Natale, famiglia!


Eccomi qui! Come promesso, una tazza di tè in mano (alla menta piperita... perché dopo averlo sentito nominare in un film, non sono riuscita a resistere dall'andare subito a cercarlo al supermercato!) e una bella fetta di pandoro... per godermi un po' di tranquillità (prima di uscire di nuovo per le immancabili, intense faccende che precedono il Natale!) e per rispolverare un po' la magia natalizia di questo racconto di qualche anno fa. Era il 2005 quando, su richiesta della redazione per cui all'epoca scrivevo, ho composto queste righe per un racconto di Natale che è stato poi pubblicato all'interno dello "Speciale" dedicato alle festività... Non è perfetto, ma non ho voluto stravolgerlo... Spero comunque che vi piaccia! Vi auguro di trascorrere una Sereno e Felice Natale... che possa essere un giorno speciale, da condividere con gioia insieme a tutta la Famiglia! Un abbraccio grande, a presto! :-)


Il vecchio orologio a cucù segnava le dieci passate da qualche minuto.
Nella cucina del casolare di campagna a est di Gubbio, poco lontano dalle ultime zone abitate della periferia, a parte il trascurabile ticchettio delle lancette e l’immancabile rumore di tarlo che, a far attenzione, si sentiva provenire dall’unico mobile dell’ambiente, regnava il silenzio.
Il grande tavolo in legno di noce, al centro della stanza, era in parte ancora apparecchiato. Come a testimoniare la fretta con cui tutti erano usciti, dopocena.
Sopra, in ordine sparso, vi erano rimasti quattro piattini da dolce, altrettanti bicchieri e forchette e - su un vassoio a parte - quello che era avanzato di una deliziosa (almeno a vedersi) torta di mele.
Poco più lontano il fuoco, ormai quasi del tutto spento nel vecchio camino, sembrava attendere che qualcuno che lo riattizzasse, per nulla intenzionato a esulare tanto presto l’ultimo, caldo respiro. Non in quella sera, insomma.
Eh Sì! Perché quella era una serata speciale….il 24 dicembre, la vigilia di Natale.
La data nel calendario era stata cerchiata in rosso più volte. Che qualcuno avesse paura di incorrere in una dimenticanza?!? No, di certo.

Era stata Chiara a farlo, una volta tornati dalla messa della prima domenica d’avvento.
Seppur avesse soltanto otto anni, Chiara era una bambina molto precisa e attenta.
Guardando il nonno mentre si adoperava con colori e pennello, per riuscire a portare a termine quello che sarebbe stato il regalo di Natale per sua madre e suo padre, con il grosso pennarello rosso in mano aveva esclamato: “Ecco qua! Da adesso, tutti ci impegneremo perché il giorno di Natale sia perfetto. Vero, nonno Gino?”.
Il nonno non era riuscito a trattenere un sorriso. Sembrava non essere passato nemmeno un istante…
Un tempo quell’onore era toccato al suo bambino. Adesso, era la volta della nipotina.
Chi avrebbe mai potuto immaginare che un qualcosa nato per gioco, sarebbe poi diventato una ferrea tradizione di famiglia?
Ricordava quell’anno con esattezza. Era il 1960 e tutti si accingevano a festeggiare proprio la prima domenica d’Avvento. Suo figlio aveva da poco compiuto sette anni.
Rammentava bene quanto questi cominciasse a dare segni d’impazienza per quelle feste ormai prossime. E ricordava di aver pensato che fosse perché aveva perso prematuramente la madre.
Perciò, aveva istituito il gioco del ‘cerchia la data’.
Quel modo facendo, il piccolo Luigi sapeva che avrebbe avuto più poche settimane a disposizione per comportarsi da bambino bravo, ubbidiente e per far in modo che tutte le questioni natalizie, gli addobbi, i regali e altro, arrivassero ultimate nel dettaglio alla sera della vigilia; quando l’attesa per la grande festa sarebbe stata veramente agli sgoccioli.
Tornando alla realtà, Gino rispose a Chiara: “Non sbagli bambina mia, tutti ci daremo da fare. Anzi, inizieremo proprio oggi. Che ne dici di metterci subito all’opera, per allestire un meraviglioso presepe e  realizzare uno splendido e luccicante albero di Natale?”.
Chiara non stava nella pelle! Sperava di ricevere una proposta del genere.
Cominciando a saltellare di gioia per tutta casa e a canticchiare le poche strofe che aveva imparato a scuola di We wish You a Merry Christmas, corse di volata al piano di sopra, nella sua cameretta, alla ricerca di qualcosa di adatto da indossare per l’escursione in montagna (si fa per dire) in caccia di belle e grandi pellicce di muschio verde.
Cinque minuti più tardi era di nuovo scesa in cucina, infagottata fino alla punta dei capelli, con giaccone, sciarpa, guanti e berretto. “Bene andiamo, sono pronta!”, riuscì a stento a dire da sotto la spessa coltre che aveva addosso.
Il nonno la seguì con passo svelto fuori di casa. Armati di cestino e coltello, si incamminarono su per l’oliveto poco lontano, facendo attenzione ad aguzzare lo sguardo a terra.
Passo dopo passo, riuscirono a raggiungere l’altra estremità della piantagione e il grande abete che, a pochi metri di distanza dall’inizio della fitta boscaglia, troneggiava maestoso.
Chiara si incantò a fissarlo. Era altissimo.
“Nonno, pensa che bello se il nostro albero di Natale fosse così grande!”.
Le brillavano gli occhi solo all’idea. Peccato che proprio non fosse possibile: “Sai benissimo che non si può. Non solo, il nostro piccolo abete si offenderebbe se ti sentisse parlare così…”.
Gino le sorrise strizzando leggermente un occhio, dopodiché, mano nella mano, si incamminarono di nuovo verso casa.
Dalla cappa del camino si vedeva uscire una densa nuvola di fumo bianco, forse il pranzo era pronto.
L’odore che gli arrivò alle narici, una volta giunti a pochi metri di distanza dall’abitazione, fu per entrambi una piacevole conferma. Qualcuno doveva aver cotto parecchia carne alla brace.
Quasi con irruenza, nonno e nipote, allora, entrarono in cucina. Si lavarono le mani, prima di prendere posto intorno alla tavola già apparecchiata. Si mangia!
Fra un boccone e l’altro, Chiara raccontò ai suoi genitori della piacevole passeggiata mattutina, facendo attenzione a non tralasciare nemmeno il più piccolo dei dettagli.
Alzandosi in piedi, inoltre, andò a spiccare il calendario dalla parete, volendo mettere in evidenza il fatto che era iniziato per tutti il periodo di preparazione, come lei lo chiamava.
A questo proposito il padre, prima di recarsi in salotto, la invitò a sedersi di nuovo: “Aspetta qui! Ho una piccola sorpresa per te!”.
Quando fu di ritorno, con le mani dietro alla schiena, chiese: “Secondo te, cosa nascondo?”.
Chiara provò diverse volte a indovinare, in alcuni casi menzionando anche soluzioni al limite dell’immaginabile, ma il risultato fu un nulla di fatto.
Allora Luigi, non volendo insistere oltre, svelò lentamente l’arcano, mostrando a tutti un freschissimo ramoscello di vischio.
“Io e tua madre lo abbiamo trovato poco lontano da qui mentre tornavamo dalla nostra passeggiata. Era attorcigliato al ramo di un melo”.
Chiara lo afferrò per toccarne le piccole foglie spesse, facendo attenzione che le bacche madreperlacee non si staccassero. Poi, legando attorno al stelo un nastrino rosso, si fece aiutare ad appenderlo sopra alla porta, come ulteriore segno di buon auspicio per il Natale che si stavano accingendo a vivere.
Quindi, tutti tornarono a tavola.
Il pranzo si poté concludere come era iniziato. Tra una chiacchiera e l’altra, colmo di speranze e di preparativi da avviare.
Nel primo pomeriggio,  ancora tutti insieme, inaugurarono la fase clou degli allestimenti.
Prendendo una piccola scodella dalla credenza dei piatti e quattro pezzetti di carta bianca, Chiara disse: “Credo sia giunto il momento della nostra seconda tradizione…quella istituita dalla mamma qualche anno fa”.
Gli altri, allora, gridarono in coro: “il ‘forma la coppia’!”.
Ognuno scrisse il proprio nome su un foglietto, lo piègò e lo mise nella ciotola in mezzo al tavolo.
Una volta pronti tutti e quattro, Chiara, mescolando attentamente con la sua manina, ne scelse due a caso.
Nemmeno a farlo apposta! I primo estratti furono Gino e Chiara.
Loro si sarebbero occupati del presepe, gli altri, invece, dell’albero che, già pronto in sala da tempo, attendeva solo di essere abbellito.
Tutto era pronto…Via, si comincia!
In men che non si dica, il pavimento diventò pieno di scatoloni e scatoline d’ogni genere. Palline di natale, nastri colorati, statuine, luci d’ogni forma, colore e dimensione erano dappertutto.
Nell’immensa allegria di quelle quattro pareti, ognuno svolse accuratamente la propria mansione, fino a che, appena poco prima che il cucù cantasse ad annunciare le otto di sera, non fu tutto finito.

Il massiccio portone di legno si aprì con un cigolio.
Una folata di vento improvvisa non mancò di far entrare qualche fiocco di neve, che da poco aveva iniziato a scendere copiosa al suolo.
Erano le due di notte passate….il grande momento, dopo tanto attendere, era finalmente arrivato. Come ogni anno, intenso più che mai.
Uno alla volta varcarono la soglia, togliendosi subito i giacconi di dosso.
Chiara e gli altri, prontamente accolti dai mille bagliori colorati che invadevano la stanza adiacente l’ingresso, non riuscirono a trattenere di nuovo un fiume di commenti entusiastici sulla serata, seppur non avessero parlato d’altro per tutto il viaggio di ritorno.
I tanti presepi parrocchiali che avevano visto erano uno più bello dell’altro, la celebrazione di mezzanotte era stata toccante e gioiosa più che mai, complice anche la particolare recita a tema realizzata dai bambini del catechismo, e, dulcis in fondo, l’Albero di Natale più Grande del Mondo, imponente sulle pendici del monte Ingino, come sempre era uno spettacolo di ineguagliabile splendore.
Chiara sapeva che non avrebbe mai potuto prendere sonno, dopo tanta felicità. Ma, rassegnandosi al volere dei genitori, lanciando un ultimo bacio a tutti, sussurrò: “Buon Natale, famiglia mia!”. Andò a dormire. 

domenica 23 dicembre 2012

Sotto l'Albero... dimostrazioni di affetto!!!

Eccomi di nuovo! 
Continuano a essere giorni frenetici, ma... anche tanto, tanto, tanto felici! 
Il libro è una soddisfazione continua  ed è - sinceramente - quanto di più bello potesse capitarmi in questo periodo della vita. 
Non ho l'abitudine di lamentarmi di ciò che mi circonda e di ciò che riempie le mie giornate, perché - pure con un'immancabile dose di alti e bassi - mi ritengo una persona fortunatissima.
Certo... in questi giorni penso di esserlo ancora di più perché sono tantissime le persone che - sostenendomi per il libro - mi stanno dimostrando affetto... persone che sono nella vita di tutti i giorni e non... persone speciali! Dedico questo Post a loro e ai loro speciali modi di divulgare il più possibile l'esistenza del libro... di dirmi che ci sono!!! Che ne dite? Non sono amici meravigliosi?!?


Questa foto è stata scattata dal mio amico Simone, all'interno della Libreria Mondadori (centro acquisti Porta Nova) a Gualdo Tadino, poco lontano da Gubbio...



Il mio amico Stefano (nonché eccezionale istruttore di Nordic Walking... ci voleva una persona in gamba come lui e la tenacia di mia sorella Francesca, per riuscire a smuovere una pigrona come me e per riuscire a farmi balenare nella mente l'idea di poter riuscire in una disciplina sportiva... diciamo) ha pensato di augurare Buon Natale ai suoi tanti amici, consigliando anche una buona (speriamo che in molti lo pensino) lettura... 

...Grazie a entrambi!!!

Questi, invece, i primi commenti ricevuti da chi ha già letto i racconti o da chi è in "fase di lettura"... 
Il cuore che batte a mille, ad ogni parola!!! 

Valeria scrive:  
- Sto leggendo il tuo libro....è veramente stupendo e molto piacevole... Sono un sacco felice per te e per questo tuo nuovo progetto.......Congratulazioni!!!! 
- Ho letteralmente divorato il tuo libro, è un sacco bello e a tratti anche commovente! Sei stata bravissima.
Fabiola scrive:
Ciao Ely, oggi ho comprato il libro e ho iniziato subito a leggerlo, complimenti davvero, è bellissimo !!! Sarà un'ottima idea per completare i regali di Natale !!!

...Un abbraccio Grandissimo alle mie amiche!!!

Concludo questo Post con un invito per Voi, amici fisicamente lontani, ma non per questo meno presenti e attivi con il vostro entusiasmo ;-)
Fra due giorni sarà Natale... che ne dite di un bella tazza di tè insieme, domani?
C'è un racconto di un po' di tempo fa, che ho ritrovato e che spero di farvi trovare su queste pagine e su quelle de Il Rumore dei Tasti, proprio domani! Magari, deciderete di prepararvi una bella tazza di tè fumante, di mettere qualche biscotto su un piattino e di sistemarvi per un pò davanti al computer, in mia compagnia... vi alletta l'idea? Io spero tanto di sì... come spero che anche il mondo di parole de Il Rumore dei Tasti riesca piano, piano (magari, sarà un'altra magia legata a Sotto l'Albero...) a farsi conoscere sempre di più... me la date una mano? Grazie!
Vi auguro che questa serata di pre-festa possa essere speciale come le tante prossime a venire! Un abbraccio e... Estrosissimi Saluti!!!

venerdì 21 dicembre 2012

Non ti ho mai detto che ti amo!


“Stefano ha lasciato questo per te alla reception. Ha detto di non potersi fermare, che andava di fretta”.
Non so se il sorriso di Anna, la mia collega, sia più benevolo per la bellissima sorpresa che Stefano mi ha fatto, o più invidioso perché – fino a prova contraria – la bellissima sorpresa consiste in un bellissimo mazzo di rose rosse.
“Ah! Qualora ti interessi e senza farti perdere tempo per una sciocchezza del genere, sono venticinque… le ho contate personalmente”. È invidia, decisamente.
Non avrei mai detto che Anna potesse arrivare a essere invidiosa di qualcuno, tanto meno di me. Lei che è la perfezione fatta donna. Che sta benissimo con i tacchi ai piedi e il rossetto rosso alle labbra anche con trentanove di febbre (giuro, non lo dico per dire… ho le prove). Lei che non becchi mai con un capello fuori posto, nemmeno in quelle giornate in cui il vento sembra avercela a morte con tutti e diventa il peggior nemico dei parrucchieri e della acconciature fresche di fattura. No… non può essere invidiosa.
Cerco di ignorare la stretta allo stomaco che, immancabilmente, arriva a torturarmi ogni volta che mi ritrovo ad avere a che fare con atteggiamenti che detesto e, sfoggiando il mio sorriso migliore (i miei denti sono pure freschi di pulizia dal dentista e non ho ancora bevuto caffè, quindi deve per forza essere bellissimo) afferro con decisione il mio regalo floreale.
Stefano è il mio migliore amico. Ci conosciamo da una vita e ci siamo sempre supportati, crescendo.
Arrivati entrambi alla soglia dei trent’anni, devo ammettere che… è la primissima volta che mi regala dei fiori. Non che la cosa mi imbarazzi. Solo… sono stupita.
Da aspirante poeta, quale ritiene di essere, Stefano ha un animo romantico e nobile. Eppure… innumerevoli scatole di cioccolatini a parte (di Baci, perlopiù, che sono in assoluto i miei cioccolatini preferiti) e centinaia e centinaia di fogli con su scritte le poesie che un giorno (dice!) avrà il coraggio di mettere tutte insieme e di pubblicare, non l’ho mai sentito nominare i fiori pensando a un qualunque regalo, per me o per altri, nemmeno per sbaglio.
Cerco fra le rose un biglietto, sicurissima che non possa proprio mancare. Eppure… guardato dietro a ogni petalo, dietro a ogni foglia e accanto a ogni gambo di quelle meravigliose venticinque rose… niente. Nemmeno un’etichetta che lasci intendere il negozio di provenienza. Niente di niente.
“Certo che è strano…”. Anna è magicamente riapparsa di fronte a me e stringe in mano due tazze colme di un caffè. Mi sono sempre chiesta perché, pur essendo in Italia, precisamente a Gubbio, una piccola realtà nel cuore verde del Paese, in ufficio beviamo tutti caffè all’americana e anzi andiamo orgogliosissimi della nostra caffettiera nuova di zecca. Personalmente, lo trovo troppo lungo, insipido e stancante da sorseggiare, ma… per quieto vivere, diciamo che mi sono adeguata. Se ci riducessimo a discutere per un caffè, come si andrebbe a finire per le cose davvero importanti?
“Cos’è che non ti torna, di preciso?”. Afferro la mia tazza e rimango a fissare Anna, fino a che non si decide di degnarmi di una risposta.
“Non lo so… Stefano è passato di persona, non capisco perché abbia preferito lasciare i fiori alla reception, piuttosto che portarteli”.
Mi stringo nelle spalle. In effetti, nemmeno io so spiegarmi il perché di un atteggiamento tanto strano.
“Eh! Ce l’avesse Paolo, un pensiero tanto carino… in un giorno qualunque!”.
Sono del parere che Anna si lamenti sempre del brodo grasso e che Paolo, che lei ammonisce in continuazione, vattelapesca per quale ragione, sia un uomo eccezionale e un marito molto, molto premuroso. Sto per rispondere che non ha motivo di sentirsi trascurata, ma il rumore del cellulare, che vibrando si sposta leggermente sopra al piano della scrivania, mi blocca i pensieri e le parole.
È un sms. È Stefano. Spero che le rose ti siano piaciute... Niente di più. Rispondo di sì e lo ringrazio tantissimo. Allora… Che ne diresti di cenare insieme, stasera? Proviamo il sushi al San Benedetto? Rispondo ancora di sì. Anche se… che strano. Stefano ha sempre proposto cene a base di hamburger per le nostre uscite e solo una volta, una soltanto, sono riuscita a corromperlo con un kebab piccante. Il sushi, nonostante le insistenze, non c’è mai stato verso di farglielo andare giù. Lui ama poco il pesce in generale, a meno che non si tratti di graziosi pesciolini che sguazzano dentro a un acquario. In particolare, detesta con tutto sé stesso l’idea di ingoiare pesce crudo.
Comincio ad avere il dubbio che possa aver battuto la testa da qualche parte stamattina e che possa non ricordare più chi è, in realtà. Cosa si dovrebbe fare, in questi casi? Sono seriamente tentata di attaccarmi al telefono e di provare a rintracciare nel minor tempo possibile il migliore psichiatra della zona. Certo, potrei anche limitarmi a chiedergli se va tutto bene... invece di rimanere con il dubbio.
Andata! Scrivo veloce il messaggio e lo invio, prima che il mio dovere di addetta alla contabilità in un pizzosissimo ufficio, di una pizzosissima azienda di servizi, mi chiami e mi tenga occupata per le prossime quattro ore, fino alla pausa pranzo.
Anche Stefano, che nella vita di tutti i giorni è un insegnante, deve essere rimasto impegnato con i suoi ragazzi per tutta la mattinata, perché la risposta alla mia domanda preoccupata arriva solo dopo il suono della campanella delle tredici e venti.
Sì, tutto ok… non preoccuparti! Ci vediamo questa sera alle otto e mezza. Puntuali!
Sorrido del messaggio in generale e di quell’ultima precisazione, in particolare. Dei due, sono io quella che fa sempre a botte con l’orologio. È più forte di me. Sono fermamente convinta che il tempo sia qualcosa che mi rema contro.
Oddio! Certo, certo… il tempo rema un po’ contro a tutti, ma… credo di non sbagliare affermando che: a me, di più! Per quanto io mi impegni a rimettere la sveglia all’ora giusta, non un minuto dopo per poter dormire di più, per quanto io cerchi di prendere ‘per tempo’ qualunque impegno (previsto o improvviso che sia) che ogni giornata ha da affidarmi, non c’è verso che le lancette giochino almeno una volta a mio favore. Al lavoro è un miracolo ogni volta che riesco a timbrare l’entrata con soli sessanta secondi di ritardo rispetto agli altri e, in generale, è ormai risaputo da chiunque voglia avere a che fare con me che: io sono un po’ come le lezioni dell’università, ho bisogno del mio buon quarto d’ora accademico, prima di cominciare qualunque cosa io abbia in programma di fare.
Quindi, non mi stupirei affatto se Stefano avesse già messo in conto di rimanere a battere i denti fuori del ristorante per quindici minuti buoni, ma… cercherò comunque di stupirlo arrivando puntuale.
Otto e mezza… puntuali! J Invio il messaggio, finisco il panino al prosciutto cotto e maionese che avevo portato per pranzo, bevo la mia lattina di thé al limone fino all’ultimo goccio e provo a marciare svelta fino alla scrivania.
Già so che dovrò lottare con la mia mente, perché rimanga concentrata sul lavoro da portare a termine entro la fine della giornata, invece di distrarsi pensando a cosa indossare stasera per l’occasione. Ma, cosa posso farci…
In compenso, sarò salva dai commenti di Anna e dal possibile, triste battibecco che ne sarebbe nato. Lei detesta il mio modo di vestire e sono sicura che, non fosse per il fatto di non essere più al lavoro insieme a me, per aver chiesto mezza giornata di ferie da più di quindici giorni, avrebbe provato a convincermi a cambiare anche stavolta.
Che posso farci, se adoro i jeans e se penso che possano essere indossati in qualunque occasione; escludendo i matrimoni.
Già mi immagino dentro a quelli decorati con strass sui fianchi, che non ho avuto modo di sfoggiare il venerdì passato e penso che la maglia dolcevita verde di cashmere che mi hanno regalato a novembre per il compleanno possa proprio essere l’abbinamento perfetto. Aspetterò di essere di fronte allo specchio, per gli accessori. Non esco mai senza aver indossato prima i giusti accessori, è più forte di me.
“Chiara potresti raggiungerci in sala riunioni, per favore?”.
Oddio! Spero di non averne combinata qualcuna delle mie o… che non sia arrivato del lavoro da sbrigare all’ultimo minuto, che mi costringa a rimanere in ufficio fino a tardi. L’ultima volta che mi è capitato di essere chiamata in sala riunioni di venerdì pomeriggio, poi con Anna c’è toccato fare le nove della sera al lavoro.
Come non detto. L’ho sempre saputo di essere un asso in fatto di speranze infrante. Per via di un cliente che ha richiesto una consulenza finanziaria dell’ultimo minuto, mi tocca lavorare oltre l’orario.
Non mi rimane che sperare di riuscire almeno a non andare oltre alle otto. Ho un appuntamento alle otto e trenta e devo essere puntuale!
Cerco di impegnarmi, fino a raggiungere quasi lo stremo delle forze. Il cliente non è facilissimo da soddisfare e – in confidenza – non sto nemmeno capendo il perché di alcune sue richieste, ma… quando l’orologio digitale appeso sulla grande parete bianca della sala riunioni arriva a segnare le sette e quarantacinque della sera, abbiamo finito.
Ho un quarto d’ora e poco più a disposizione per tornare a casa, per farmi una doccia al volo, per vestirmi in maniera altrettanto rapida e per darmi una sistemata con il trucco davanti allo specchio. Non c’è più il tempo per la scelta nel dettaglio degli accessori, ma almeno una spolverata di fard che dia un po’ di colore alle guance deve esserci. Quando sono stanca, e dopo più di nove ore di lavoro lo sono per forza, comincio a somigliare a un fantasma, per il pallore.
Otto e dieci. In bagno e con la spazzola ancora in mano per un ultima sistemata ai capelli, sono in leggero ritardo sulla tabella di marcia. Correre. Correre. Correre.
Ci manca poco che mi scapicolli giù per le scale, ma ce la faccio comunque ad arrivare sana e salva al cappotto appeso all’appendiabiti. Afferro le chiavi della macchina e la borsa e mi precipito fuori della porta. Se non riesco ad arrivare puntuale nemmeno oggi che Stefano me lo ha chiesto a chiare lettere, me lo sento che mi ammazza.
Per le strade la situazione non è mai insopportabile durante il resto dell’anno, ma a dicembre le corse dell’ultima ora al regalo e le uscite in massa dai negozi e dai centri commerciali, riescono ad annullare anche la quiete del traffico.
Quando passo davanti al ristorante, sono già le otto e trenta. Stefano è già arrivato e io devo ancora parcheggiare. Anche se non è di buon costume, allora, suono il clacson nella speranza che si giri verso di me e che mi veda salutarlo. Ma, niente da fare. Non mi rimane che inviargli un messaggio.
Sto arrivando! Non mi hai vista passare, ma sono incastrata nel traffico J
Mi immagino Stefano scoppiare a ridere, convinto che sia una scusa. L’unico modo che ho per smentire la sua tesi è presentarmi di fronte a lui il prima possibile.
Quando riesco a spegnere il motore, il cellulare segna le otto e quaranta. Ho consumato quasi del tutto il mio quarto d’ora accademico, devo sbrigarmi.
Pure con il fiatone e con i capelli che non hanno più un verso, riesco a essere di fronte a Stefano alle otto e quarantacinque.
“Ciao, scusami per il ritardo! Ti giuro che ce l’ho messa veramente tutta per essere qui puntuale, ma… io e la puntualità si vede che non siamo fatte proprio l’una per l’altra”.
Stefano non risponde. Mi guarda soltanto e allunga una mano chiusa a pugno verso di me. Oddio… vuole rifilarmi un cazzotto.
Sto per chiudere gli occhi. Cerco di ignorare il timore di non riuscire a evitare il colpo. Ma… che è impazzito?
Il cuore, nel petto, lo sento battere fortissimo. L’istinto mi porta ad allontanarmi di un passo.
“Ma… che ti prende, si può sapere?”.
Le sue dita si schiudono all’improvviso e un golosissimo bacio appare davanti ai miei occhi. La mia bocca si spalanca fino all'inverosimile. Guardo il cioccolatino e guardo Stefano che, invece, continua a guardare me.
Non dice una parola. Non batte ciglio. Per un attimo ho perfino il dubbio che stia continuando a respirare. Giusto un attimo, però. Perché poi, prima che io riesca a riprendermi dallo stupore e riesca a mettere in fila le parole nella mente per comunicare qualcosa che sia un minimo sensato, lo sento dire: “Ho pensato che non avrebbe avuto più senso aspettare”.
“Aspettare, per cosa?”. La sua risposta è solo un sorriso.
Sono costretta a ripetere: “Stefano… aspettare per cosa?”, prima di sentirlo dire: “Mi rendo conto solo adesso che… non ti ho mai detto che ti amo!”.
Di nuovo, solo un attimo. Una frazione di secondo. Stefano si avvicina a me lentamente e mi prende il viso tra le mani. Non  so se sono pronta per baciarlo. Eppure, vedendo i suoi occhi sempre più vicino ai miei, non sento timori, né dubbi. Lascio che con le labbra sfiori le mie. Sento sulla pelle il tocco caldo del suo respiro.
“Ti amo, Chiara. Volevo dirtelo, senza più pensare alle conseguenze. Se non mi vuoi, capirò”. Nulla di più, prima di regalarmi un bacio profondo.
La mia risposta alle carezze della sua lingua tarda un po’ ad arrivare, ma sentire improvviso nel cuore il desiderio di baciarlo è quanto di più bello potessi aspettarmi da quella giornata. In pochi, rapidi pensieri, Stefano non è più solo l’amico di sempre, il compagno di tanti momenti. È il ragazzo che non mi ha fatto mai mancare i pasticcini per una tazza di tè caldo, ogni volta che mi è capitato di stare poco bene. È la persona che ho potuto chiamare ogni volta, a qualsiasi ora del giorno e della notte, a ogni guasto improvviso della macchina o a ogni blackout del computer. Stefano è stato la ragione di ogni sorriso, dopo ogni pianto. Il movente valido di ogni rialzarmi, dopo ogni caduta. Lo bacio ancora e ancora.
Quando le nostre labbra si separano di nuovo, mi sento un po’ incerta sulle gambe. “Non allontanarti. Tienimi ancora tra le tue braccia, ti prego”. Sento la stretta di Stefano tornare sicura intorno a me, a malapena mi rendo conto che passiamo in quel modo altri dieci minuti.
Il suono del Campanone arriva a rintoccare le nove e un quarto. “Io comincio ad avere seriamente fame e tu?”. Mi sarei aspettata di prenderci per mano e di incamminarci verso l’ingresso del ristorante. Invece…
“Penso che potremmo raggiungere piazza Grande, per la cena”. Stefano afferra la busta che aveva lasciato sul angolo dello scalino poco lontano. Non l’avevo notata, prima.
“Sushi?”. Lo domando con un sorriso e Stefano annuisce.
Ci vuole poco, per essere entrambi di fronte alla meraviglia assoluta che è il palazzo dei Consoli. Il suono di un nuovo quarto d’ora riempie l’aria.
Vorrei riuscire a fare mille domande, farmi spiegare per bene i tanti perché che mi frullano per la testa. Ma, ci sono felicità che non meritano di essere disturbate dai dubbi. Per questo, rimango in silenzio.
Come fossimo tornati a essere solo amici, con Stefano parliamo delle nostre rispettive giornate, delle ore passate chi a scuola e chi in ufficio e dei possibili programmi per quel fine settimana ormai alle porte e ormai vicinissimo al Natale.
 “Che ne dici di un bel film, al cinema?”. Stefano è un vero appassionato di Tolkien, sono convinta che andare a vedere Lo Hobbit gli piacerà. Annuisce.
Altre chiacchiere. Altri programmi. Il primo Natale insieme, come coppia, ancora tutto da progettare e… la magica idea del primo Capodanno.
Tra una chiacchiera e l’altra e un boccone di sushi, i minuti passano veloci. Manca un quarto d’ora alla mezzanotte, quasi incredibile non essersene praticamente accorti.
“Hai freddo?”. Stefano si stringe di nuovo a me. Lo accarezzo e sorrido, nel trovare quel gesto tanto naturale. Mi allungo verso di lui e lo bacio. So che non se lo aspettava con tanto slancio, ma non smetto di baciarlo.
Nuovi rintocchi. La mezzanotte.
Torno a fissarmi con gli occhi in quelli profondi di Stefano. “Felice nuovo giorno, amore”. La sua voce è un sussurro timido. Riprendiamo a baciarci.
“Ti andrebbe di tornare a casa insieme a me e di sistemarci in terrazza a guardare l’Albero, con due belle tazze di cioccolata calda a tenerci compagnia?”. La mia proposta potrebbe quasi apparire indecente, ma non vuole esserlo in realtà. Il bello di aver appena deciso di cominciare a frequentare il tuo migliore amico, sta proprio in questo. Ci si capisce anche nel rischio di essere fraintesi.
“Mi pare un’ottima idea”. Bacio.

domenica 16 dicembre 2012

Giveaway "Christmas, chick lit & Taccodieci"

Eccomi di nuovo qui! Stavolta, per divulgare la notizia di un bellissimo giveaway, che vede in palio due libri...
Sto parlando di "Christmas, chick lit & Taccodieci"!!!
Le regole da seguire sono semplicissime e vi assicuro che ne vale veramente la pena... vi lascio il link del post... basta cliccare sull'immagine!



Mi raccomando... divulgate, divulgate, divulgate e... occhi aperti... anche Sotto l'Albero... conta di raggiungere qualche fortunato vincitore... prestissimo, un Post per annunciare il nuovo Candy!!! 

sabato 15 dicembre 2012

Sotto l'Albero... la presentazione!

Una piccola anticipazione...







...Che gioia!!!
Rimando al prossimo Post altre fotografie e... non solo!!! Un abbraccio.

giovedì 13 dicembre 2012

Sotto l'Albero... Eccolo!!!

So già che non sarà un Post lunghissimo, questo.
Perché riesco a stento a tenere a freno il cuore nel petto e...le dita a malapena raggiungono i tasti giusti...
Così, lascio parlare le foto... una piccola carrellata di immagini, per un mare di emozioni!


Eccolo, finalmente!


la prima raccolta di racconti...


non potevo non ripetere una foto di gruppo... con i "fratelli maggiori"...


...una con il "fratello maggiore" frutto dello stesso amore per l'Albero...


e, per finire, una con il "fratello di copertina"... un grazie di cuore a Roberta Bedini, che nel 2004 ha curato la copertina del primo romanzo (matite colorate) e - questa volta - ha impreziosito i miei racconti con un bellissimo acrilico su tela... Grazie!


Servirà più spazio sullo scaffale... che gioia! 
Il libro sarà presto in vendita on-line, ma... chiunque fosse interessato può anche far riferimento a me... tramite il blog o scrivendo una mail a: elisa.vagnarelli@gmail.com o evagnarelli@alice.it....
Io, mi godo ancora un po' l'attesa prima dell'evento... che mi ha regalato non solo la gioia di poter stringere il libro fra le mani, ma... anche nuove amicizie e tantissime emozioni inaspettate, di cui spero di parlarvi presto.
Buona (ed estrosissima) notte!

martedì 11 dicembre 2012

Sotto l'Albero... la locandina della presentazione!

Le lancette continuano a correre, sull'orologio. Tic. Tac. Tic. Tac. Tic. Tac. L'impazienza si fa sempre più forte, i pensieri si rincorrono... le mani, a volte, tremano. Una parte di me non vede l'ora che arrivi sabato... l'altra, teme l'appuntamento. Andrà bene? speriamo.
Intanto... nell'attesa (che ancora comprende anche quella di stringere fra le mani il libro), cerco di fare in modo che anche il più piccolo istante, la più piccola emozione... anche il singolo respiro... non vadano persi. E che gioia, stasera, quando - arrivando di fronte alla porta della libreria - ho trovato questa... 


Ringrazio tutti... per il contributo dato per questo nuovo sogno su carta! 
Buona serata. A presto!!!

lunedì 3 dicembre 2012

Sotto l'Albero...

Ecco qua...

Il nuovo libro... 

La prima... Raccolta di racconti!!!



Continua il conto alla rovescia... 

L'appuntamento è per sabato 15 dicembre, ore 18.00, presso i locali della Biblioteca Sperelliana di Gubbio. Incrocio le dita... 

sabato 1 dicembre 2012

Crescere nel tempo, pagina dopo pagina...

E' iniziato un nuovo conto alla rovescia. Un nuovo sogno sta per diventare realtà. 
E' sabato. La sveglia richiama all'attenzione un po' più tardi, stamattina. Allungo una mano sopra il comodino, per spegnerla, e rimango a poltrire ancora qualche minuto sotto alle coperte. Il primo giorno del mese. L'ultimo mese dell'anno. Per me... il mese più bello (se escludo maggio e tutto ciò che significa per gli eugubini... ovvio!).
Dicembre... Dicembre... 
Certo... è anche un mese di bilanci e di nuovi progetti per l'anno futuro. Ad ogni dicembre, la mente si ritrova invischiata in meccanismi del genere. Almeno... la mia!
Per quel che mi riguarda... non ho di che lamentarmi. A volte è stata dura (e continua a essere dura) fare i conti con piccole/grandi delusioni, o con piccole/grandi ingiustizie. Ma... ogni giorno è fatto di 24 ore... ogni ora è composta di 60 minuti... ogni minuto è diviso in sessanta secondi. Minuti... Secondi... possono sembrare piccoli e insignificanti... eppure...
Eppure... di tutti i lunedì, martedì, mercoledì, giovedì, venerdì, sabato e domenica che si sono rincorsi a ruota... fino a oggi... non ce n'è stato uno che non abbia racchiuso in se almeno una piccolissima parte di bellezza. Che poi, a volte, è diventata piacere. Che poi, a volte, è diventato felicità. Che, a volte, vestendosi di sorrisi, è diventata gioia. Gioia pura che poi, a volte, è diventata soddisfazione.
Immensa. Incontenibile. Da lacrime. E' il tipo di soddisfazione che sto provando adesso. In questo preciso minuto... in questo secondo...
E' iniziato un nuovo conto alla rovescia...
Allora... torno indietro nel tempo, con il pensiero.
Il passare degli anni l'ho misurato, sì, con l'aumentare delle candeline sopra alla torta, ma... anche con le parole.
Aver già perso il conto delle parole che si sono scritte fino a oggi, non mi sembra cosa da poco. All'inizio solo diari... a volte lettere (quando con l'inchiostro su  carta sentivo di sapermela cavare meglio che con la voce)... altre volte... Storie! Tante... tantissime... scritte fino all'ultimo punto... solo abbozzate e ancora da completare... ne è passato di tempo, dalla prima volta. Allora... ecco che posso misurare il passare degli anni anche in un altro modo speciale. 
Progetto per progetto... ognuno racchiude in sé non solo la storia che, sulle pagine, è alla portata di tutti... ma...anche la storia di un momento, di un periodo di vita, di pensieri, emozioni e sentimenti che possono ancora esserci, oppure no. Sulle pagine già scritte... a volte mi riconosco ancora, a volte no. Ma... non è questo che importa. 
Importa sentire dentro la voglia di non fermarsi ancora, la speranza di farcela e... la felicità di essere di nuovo a un passo dall'avercela fatta!
Pur nel piccolo, un nuovo sogno esce dal cassetto... per diventare realtà!
E... speriamo che piaccia... speriamo che faccia sorridere, ma anche commuovere. Che sappia regalare attimi di svago, ma anche di riflessione. Vedremo... è iniziato il conto alla rovescia. 
L'intenzione è quella di tenervi aggiornati...
Per il momento, allora, lascio alle fotografie il compito di concludere queste righe. Crescere nel tempo... pagina dopo pagina. Alla prossima!


2004... il primo romanzo!


2008... la prima fiaba!


2010... il primo lavoro a quattro mani!


Un tris di... sogni realizzati! :-)


2012... il primo... di che cosa si tratterà?