martedì 13 dicembre 2016

A partire da... una saponetta!

Tantissimi i modi attraverso i quali un ricordo può scegliere di arrivare dritto al cuore. Alcuni comuni, altri meno. Altri ancora che, decisamente, non ti aspetti. Il bagno pieno del vapore caldo della doccia. Lo specchio che non è più in grado di restituire un’immagine veritiera. Il freddo nelle ossa che non smette di farsi sentire e sembra voler chiedere di sistemarsi alla svelta sotto il raggio dell’acqua bollente. Una prima passata di shampoo. Una seconda. Poi, la scelta di strofinare il viso con vigore. Non con il solito sapone in gel, però. C’è una saponetta praticamente nuova poco lontano dal flacone di sempre e sembra avere tutta l’intensione di rendersi utile. È grande. Ovale. Pesante. Non una saponetta comune. I palmi delle mani, nonostante la collaborazione delle dieci dita, sembrano far fatica a gestirla. Un giro. Un altro. Un contro giro. Un contro giro ancora. Quasi come fosse un valzer. La pelle si compre in fretta di schiuma bianca e gli occhi sono pronti a chiudersi, per non farsi male.
Senza ombra di dubbio, è un buon sapone quello che sa farsi riconoscere; ignorando la prepotenza del raffreddore. Le guance calde gioiscono del tocco delicato di quelle bollicine. La prima volta che ho sentito un profumo del genere avevo dieci anni. La prima volta che mi sono ritrovata in mano il pacchetto della saponetta, lì per lì non sono riuscita a evitare un’espressione di delusione.
Sesamo indiano. Sarebbe potuto essere anche Chanel n. 5, ma a dieci anni, decisamente, – e dico... decisamente!!! – non ti aspetti di ricevere una saponetta per Natale.
Eppure pareva essere un regalo da dover apprezzare. Una confezione elegante quanto basta, per non far sfigurare il contenuto. E un piccolo bigliettino d’auguri accompagnato da una banconota in lire, dove mi si diceva che con quei soldi avrei potuto acquistare ciò che più desideravo e che quella saponetta era l’unico pensiero di uno zio forse un po’ troppo al di fuori dal mondo femminile (soprattutto da quello delle teenager, o prossime) per riuscire a capire quale sarebbe stato il regalo giusto per una ragazzina come me.
A distanza di 21 anni… il profumo di una saponetta mi riporta al ricordo. Non rammento cosa ho acquistato con la banconota in lire che accompagnava il bigliettino, ma ho ancora memoria di quella saponetta ricevuta in dono. Tanto, da andare a cercarla in un negozio giorni fa. Perché, in prossimità del Natale, mi sono ritrovata a pensarci. Pensare a una saponetta, in prossimità del Natale... che stramberia!
Il punto è che la saponetta è stata un piccolo dono, che però ha saputo rimanere nella mia vita. Un piccolo dono di uno zio che ha provato comunque a metterci il cuore, più che il portafogli. Un piccolo dono che, forse, mi ha portato a pensare – negli anni a venire – che raramente esiste qualcosa di meglio. Meglio dei piccoli doni, intendo.
Viaggio in fretta con i pensieri e mi ritrovo a riflettere sui compleanni passati. Quanti sono i regali che ricordo veramente di aver ricevuto? Bastano le dita di una mano per contarli e non sto qui a elencarli. Tutto il resto? Che fine ha fatto il resto?
Niente. Memoria k.o. Nessun ricordo. La saponetta vince. Vince su tutto, o quasi.
Arrivo a pensare, allora, a che cosa ho scritto nella mia letterina per Babbo Natale.
Libri e/o Cd. Un plurale che non vuole essere di pretesa, ma che vuol piuttosto indicare che – in generale – non ho gusti particolarissimi da dover accontentare.
Nonostante la libreria pienissima, nonostante la musica un po’ ovunque in giro per casa, la mia ‘letterina’ somiglia tantissimo a quella degli anni passati.
Come negli anni passati, capita poi che sotto l’Albero ci sia molto, ma molto di più. Dei regali che apprezzo, ma che – in tutta onestà – non sempre ricordo.
Un libro è diverso. Regalarlo significa regalare la possibilità di trascorrere ore bellissime. Regalarlo significa regalare qualcosa che va al di là del tempo e che, per davvero, potrebbe rimanere in eredità a qualcuno dei miei parenti molto futuri. Un libro sa farsi ricordare ed è un regalo che non passa mai di moda. È quasi certo che non entrerebbe mai nelle mire di eventuali (speriamo di no) furfanti notturni (cosa che invece potrebbe succedere a ben altri oggetti, di ben più alto valore e di più bella figura…) e che, sì, proprio come una saponetta… ogni libro abbia un suo profumo. Qualcosa che, sfogliando le pagine, potrebbe dar vita a un’emozione, che poi – con il passare degli anni, chissà – il cuore potrebbe ritrovarsi a vivere attraverso un ricordo. Tutto questo ragionamento… a partire da una saponetta!