giovedì 21 maggio 2015

Il "Mio" 'dopo' 15 Maggio!

È triste dover ripensare pensieri già espressi. È molto più che triste dover ripensare pensieri di gioia.
Ripenso al passato (appena) 15 maggio e una parte di me non può fare a meno di commentare tra sé... forse è più bello vivere e vedere tutto con il cuore e con gli occhi di un forestiero. Per qualche assurda ragione (assurdi sono i ragionamenti che stanno circolando), questo è uno di quei casi in cui sento tutta la ‘fatica’ di essere eugubina. La fatica di comprendere, lo sforzo di trovare risposta a dei perché difficili da gestire. Allora, mi chiudo per un po’ nel mio piccolo mondo personale e mi ritrovo a immaginare che per un ‘non eugubino’ debba essere più facile vivere gli avvenimenti di un 15 di maggio a Gubbio. Un giorno carico di emozioni, da archiviare la sera senza retroscena.
Anche se - da turista - non di rado capita di ritrovarsi impreparati, alla speciale irruenza che questa Festa ha dimostrato e dimostra di avere. Con riferimento ad ammissioni udite di persona, credo di poter dire che non sempre per il turista sia facile (né immediato) comprendere fino in fondo l’immancabile frenesia di certi momenti, il caos gioioso e quella che – fino a poco tempo fa – mi sarei sentita di definire ‘l’eugubinità della Festa’. È capitato e immagino continuerà a capitare di ritrovarsi a dover fronteggiare domande (ormai diventate ‘classiche’, per così dire) tipo: “chi vince?”, “perché non si sorpassano?”. Per poi ritrovarsi, dopo brevi, essenziali, concise spiegazioni, a osservare un’espressione di assoluto stupore; quasi sempre accompagnata da: “Allora… perché la chiamate corsa?”. Un bandolo della matassa che risulta sempre difficile da districare, per chi non ha il cuore eugubino, ma accettato con amorevole stupore. Se il turista arriva immaginandoci divisi, almeno per un po’ (non me la sento di dire sempre) ha la sensazione che ci sia davvero qualcosa che va oltre la competizione. Sembrava anche a me. Per dirla tirando in ballo (spero non se ne abbiano a male) il nome di un gruppo esistente su Facebook: Sei di Gubbio se… “Non trovi sorprendente il fatto che non ci siano sorpassi, non ti sembra innaturale il fatto che non ce ne siano e – anzi – ti ritrovi a sorridere ogni volta che, di fronte all’espressione stupita di un turista, gioisci dentro… perché quello strano modo di vivere una ‘corsa’, quello stesso modo che solo un cuore eugubino può comprendere appieno, è un modo speciale per rendere omaggio al Santo Patrono Ubaldo”. A un eugubino non serve sapere di più. O no?!?
Ecco uno dei tanti ostici ‘perché’, cui non riesco a trovare una risposta. Perché sembriamo non ricordare mai abbastanza questo? Perché?
Mi rendo conto, come anche è successo la sera del 15 maggio, al colmo della gioia per un finale della Festa del tutto inaspettato, che… ancora una volta, la mia posizione non è altro che quella di un granello di sabbia nel deserto.
Allora… continuo a scrivere per il semplice desiderio di dare sfogo alle emozioni.
Lontana da dinamiche più o meno chiare, da ragionamenti più o meno legittimi, da discussioni più o meno accese e – anche esse – più o meno opportune.
Decido di soffermarmi con il pensiero solo su quel finale inaspettato. Anche se, a seguito di quanto emerso in questi giorni successivi al 15, non è più nemmeno chiaro a chi dover tributare un sincero, caloroso, forte ringraziamento. Anche se sembra non sia più nemmeno accettabile dire grazie. Anche se… va beh… passiamo oltre.
Provo a fare come faccio il più delle volte, immersa in emozioni speciali. Mi immagino fra qualche anno. Qualunque cosa si possa dire in merito, continuerà a essere Gioia. Eravamo insieme!!! E, per dirla con gli stessi concetti circolati in questi giorni da qualche parte, nel mio caso sarò felicissima di poter dire a futuri nipoti (il primo in arrivo) e (speriamo) figli che… è stato bellissimo!!! Tanto speciale, da essere indescrivibile.
Di fronte a tanta indescrivibilità, un’osservazione. Cosa c’era nel cuore di certe persone, in quel momento? Convinta come sono del fatto che le emozioni belle, profonde, speciali siano una questione quanto mai universale, non sono disposta a credere che quanto vissuto non abbia smosso niente dentro. Ma, magari, anche qui mi sbaglio. Magari, c’è da dar ragione a chi sta cercando di sottolineare che il fanatismo sta superando tutto. Che c’è paura. Che c’è incapacità di palesare un pensiero, per andare contro a un altro. Che si sta perdendo quanto di più vero nasce dalla Festa e per la Festa.
Io non lo so. Eppure… il popolo ha esultato. La folla ha acclamato. È stata Gioia Grande, in quei momenti. Come è possibile, che non si rifletta su questo?
Torno a pensare alla Festa, al periodo ceraiolo tutto, visti con gli occhi di un turista e mi ritorna in mente un ricordo speciale.
Qualche anno fa. A corsa dei Ceri già avvenuta, in una vigilia (come sempre carica di aspettativa) dei Ceri Mezzani. È pomeriggio, non tardissimo. Mi ritrovo a passare in via dei Consoli e, inaspettatamente, ho la fortuna di imbattermi in uno spettacolo; prima per il cuore poi per gli occhi.
C’è un ‘ceretto’ di Sant’Ubaldo lungo la via (uno di quelli che ci sono in molte case, per far divertire i bambini. Perché ‘Sei di Gubbio se…’ sai cosa vuol dire ‘giocare ai Ceri’), ci sono quattro bambini e una bambina e… c’è il Capodieci con loro. Vado un po’ di fretta, ma non posso non fermarmi per guardare. Insieme a me, un gruppo di turisti. Mano a mano che il ‘ceretto’ procede verso piazza Grande, diventiamo sempre di più. Non ho bisogno di chiedermi che cosa, di lì a poco, tutti potremo vedere. Eppure…
Mi ritrovo a rimanere a bocca aperta quando, mettendo a tacere le giovani proteste di quei piccoli ceraioli, il Capodieci chiede loro di lasciare ‘quel ruolo’ tanto ambito (quello del Capodieci, appunto) alla bambina. Nessuno si oppone. Anche se sembra strano. Anche se non è ciò che ciascuno di loro si era immaginato. È comunque Festa!
 Lacrime agli occhi. Le urla felici dei bambini vengono in parte coperte da un applauso. È stato bellissimo! Mi ricordo di aver gioito di tanto stupore, di aver trovato meravigliosa la capacità di una persona (adulta) di superare gli ‘assodati meccanismi mentali’ (propri o imposti) e di aver reso indimenticabili quei cinque minuti, con una semplicità disarmante. Ho provato a mettermi nei panni di quella bambina. Ho provato a immaginare la sua gioia, per quello scenario inaspettato. Ho provato a immaginare le sensazioni delle persone intorno a me. In quel momento, è stato davvero bellissimo ‘essere eugubina’.
Certo, non è l’unico ricordo e l’unica emozione che conservo. Ma, chissà perché, oggi mi sono ritrovata a pensare a questo. E ho ricordato che in quel momento l’egubinità era stata espressa nel massimo del suo essere speciale. Come anche lo scorso 15 maggio in Basilica. Anche se è dimostrato quanto non sia stato facile, la percezione iniziale è stata di ‘assoluta specialità’. Per questo i tanti Grazie espressi, da tanti, nei giorni successivi. Per questo gli entusiasti titoli di giornale, che hanno parlato di ‘Ceri della Concordia’. Questo non conta? Perché si è voluta far finire questa fiumana di belle emozioni? Perché questa brusca ‘marcia indietro’?

Omaggio al Santo Patrono Ubaldo. Emozioni. Cuori che rischiano di esplodere per la felicità. Applausi entusiasti. Sorrisi. Abbracci. Insieme. Ricordi belli e indelebili. Ogni passo della Corsa dovrebbe essere mosso, per andare incontro a questo. Invece, per qualche strana e inspiegabile ragione, sembra si voglia scegliere ancora di voler essere ‘discordiosi’. Forse perché… non c’è peggior sordo, di chi non vuol sentire. Io continuo a credere al mio cuore, che continuerà sempre a chiedere questo. Che anche chi arriva da fuori possa dire di volerci essere perché sappiamo regalare emozioni e non perché ci sarà da vederne (e sentirne) delle belle. In accordo o meno con i più… concludo di nuovo con un Grazie! Perché era Emozione!!! 

venerdì 15 maggio 2015

Il "Mio" 15 Maggio 2015!

15 Maggio 2015. A Festa finita. Con i Ceri di nuovo in Basilica e… il Cuore in subbuglio. Inaspettatamente. Come dopo una bella sorpresa. Come dopo un bel film. Come dopo essere arrivati fino all’ultima riga di un bel libro. Con gli occhi fissi sul punto finale, che non ne vogliono sapere di staccarsi. Come dopo una bella canzone. Con il random del lettore mp3 già pronto per la successiva e i pensieri, silenziosi in testa, che chiedono: “Ti prego… ti prego… ancora questa!”.
No! Il cuore in subbuglio. Felice e incapace di darsi una calmata. Come dopo qualcosa di bello e inaspettato che, però, non somiglia a niente; di ciò che già si conosce.
Sento ancora il bagnato delle lacrime sulle guance. Il sapore delle lacrime di gioia è sempre salato, ma sa essere dolce sulle labbra. È gioia. È gioia grande!!! Magari, sarà anche gioia incompresa per molti. Ma, non importa. Per me è Gioia!

E ringrazio, anche se so che non mi sarà possibile farlo di persona, i Protagonisti di questo magnifico 15 Maggio. Che hanno saputo ‘lottare’, per rendere possibile un cambiamento necessario. Chissà, ora, come andranno a finire le cose. Chissà se, questo cambiamento saprà essere duraturo. Eppure… è quel che ci voleva. Quel che ci voleva, da tempo. Quel che ci vuole e quel che ci vorrà. Certo… ci vuole coraggio. Per intraprendere un ‘cammino diverso’, da quello conosciuto. Ci vuole coraggio, per cambiare. E qui ce ne sarebbero tante, di riflessioni da fare in merito. Tanti perché, cui dovere (e volere) trovare risposta. Ma… in questo momento, più che mai, la mia posizione non è meno simile a quella di un piccolissimo, minuscolo, quasi invisibile, granello di sabbia nel deserto. Mi limito a liberare un po’ le emozioni, attraverso le parole. Gioia, gioia, gioia!!! Per tutto il resto… chissà. Grazie! <3