domenica 30 giugno 2013

La storia dei due fiori innamorati

Questa è la storia di due fiori innamorarti.
Il caldo della primavera cominciava a farsi sentire e i due, teneri boccioli appena nati e in attesa di mostrarsi in tutto il loro splendore, passavano le giornate a chiacchierare.
Chiacchiera, chiacchiera, chiacchiera… finisce che erano alcune le cose in cui proprio non si trovavano d’accordo, tante quelle in cui si capivano e tantissime quelle in cui… non serviva nemmeno di parlare.
Ed era magico quando accadeva. Perché l’uno riusciva a pensare e a capire quello che stava per dire l’altro e non era raro nemmeno che si venissero incontro con le parole; per completarsi a vicenda.
«Devo confessarti una cosa…». Disse un giorno il bocciolo di destra, a quello di sinistra. Quindi, senza aspettare il permesso per poter continuare, aggiunse: «Mi sono innamorato di te». Lo stelo del bocciolo di sinistra tremò, ma non per paura. Il giovane fiore in attesa di potersi aprire alla luce del giorno era felice. Perché anche lui era innamorato. Senza esitare, allora, rispose: «Anche io mi sono innamorato di te». E fu il giorno più bello. Dopo essersi confessati l’amore che provavano l’uno per l’altro, i due ripresero a chiacchierare e furono chiacchiere fatte anche di progetti. I due giovani boccioli si immaginavano quando sarebbero diventati fiori e non vedevano l’ora di potersi ammirare l’un l’altro. C’era sono una cosa, che proprio non andava giù a nessuno dei due. Quell’essere così distanti, ma così distanti… da non riuscire a toccarsi o a sfiorarsi nemmeno per sbaglio.
Un giorno il bocciolo di sinistra era talmente tanto affranto per questo, che quasi non disse una parola.
Il bocciolo di destra provò per ore ed ore a spronarlo, ma niente da fare. Erano entrambi sicuri che il giorno dopo sarebbe stato quello della fioritura, ma il bocciolo di destra proprio non riusciva a pensare ad altro se non al fatto che si sentiva esplodere d’amore e che non c’era altro modo di poterlo dimostrare, che non fosse con le parole.
Era notte da un po’ e le stelle luccicavano numerose in cielo, quando al bocciolo di sinistra venne in mente una soluzione: «Senti un po’…», disse senza esitazione. «Per come la vedo io… domani sarà il giorno della fioritura e sarà bellissimo potersi guardare per la prima volta a petali aperti». Adesso il bocciolo di sinistra lo stava ascoltando con attenzione e sembrava proprio che lo capisse, anche. Quando il bocciolo di destra riprese a parlare, successe la meraviglia. «Sono sicuro che avere i petali aperti sarà tutta un’altra cosa. E penso potrà essere possibile anche…».
«…Toccarsi!». Lo dissero insieme. Poi, per quella sera non aggiunsero altro e si misero a dormire.
Il giorno dopo i raggi del sole erano più caldi di sempre. Il primo bocciolo a svegliarsi fu proprio quello di sinistra, che si mise a gridare di gioia per il fatto di essere finalmente un fiore aperto. Quello di destra si destò di colpo e anche lui si ritrovò felicissimo di non dover più attendere di diventare grande. «Dai… proviamoci subito!», disse poi all’altro.
In due si allungarono a più non posso nel tentativo di toccarsi, ma niente da fare.
Questa volta fu il fiore di destra a prenderla malissimo e servì tutta la ragionevolezza del fiore di sinistra, perché la situazione non sfociasse in un disastro assoluto.
«Cerchiamo di vederla in questo modo… dobbiamo ritenerci comunque fortunati, secondo me!». Rischiava di essere una di quelle volte in cui proprio non si capivano. Per questo, il fiore si affrettò ad aggiungere: «Per come abbiamo vissuto tutti questi giorni è necessario riconoscere che siamo fortunatissimi. Insomma, guardati intorno…». Il fiore di destra si sforzò un po’ nel girarsi, ma riuscì a vedere tutto intorno a sé. Quando tornò a fissarsi sull’altro, il fiore di sinistra riprese a parlare: «Siamo fortunati, perché siamo innamorati. Ed esserlo non è cosa da poco. Ci sono fiori vicino a noi che rimangono soli tutto il giorno e che si sono sempre rifiutati di parlare con chi gli vive accanto. Altri c’hanno provato, ma non è durata più di pochi giorni. Altri ancora, sono talmente distanti dal capirsi che non fanno che discutere e litigare. Noi… no!». Il tempo che passarono in silenzio non fu più di dieci secondi, poi: «Noi siamo fortunati, perché ci siamo sempre stati l’uno per l’altro e ci saremo sempre!». Lo pensarono e lo dissero insieme e fu di nuovo magia. E anche quel giorno, partito nel peggiore dei modi, tornò ad essere splendido e importante.


I due fiori ripresero a chiacchierare fitto, fitto. Parlando di progetti e riempiendosi di complimenti, fino a che il sole non abbassò la guardia e il buio cominciò ad abbracciare ogni cosa.
Quando si va a dormire c’è sempre quel momento, in cui la soddisfazione per ciò che si è vissuto si mescola con l’incertezza per quel che verrà. I due fiori erano entusiasti e felici di quella loro nuova condizione. Ma, ogni felicità può subire enormi scossoni e fu proprio quello che successe.
Era mattina presto. Il sole non c’era, coperto da una fittissima coltre di nuvole nere. All’improvviso, il silenzio del cielo venne squarciato dal rumore di un tuono. Allora… non solo i fiori si svegliarono di colpo, ma fu subito panico. Se c’è una cosa che da fiore sai bene è che è difficile sopravvivere alla pioggia, se la pioggia è un temporale e se il temporale è uno di quelli seri.
Guardando il nero tutto intorno e il chiarore dei lampi, che in lontananza annunciavano l’imminente arrivo di un putiferio, i due fiori capirono subito che non ci sarebbe stato scampo. Non persero tempo a dirsi chissà che cosa, perché non ci sarebbero più state chiacchiere sul tempo che passava o su quello che avrebbero potuto raccontarsi l’indomani, per sconfiggere la noia. Non ci sarebbe più stato il tempo per ammirarsi, né quello per continuare a dirsi fortunati. Sarebbero morti di sicuro, non c’era modo di evitarlo. Si guardarono un’ultima volta, si bearono di quel calore interiore, che arriva anche d’estate e che non ti abbandona mai quando nasce da un forte sentimento e, insieme, dissero solo: «Sono innamorato di te e lo sarò per sempre!». Il tempo di un breve silenzio, poi le prime gocce d’acqua e il vento forte.
In pochi minuti, nulla rimase com’era. I fiori e non solo vennero uccisi e spazzati via dal temporale. Non servì a niente che la pioggia decidesse di smetterla subito dopo. La violenza con cui era caduta era stata tale, che anche il fiore più forte e cocciuto non sarebbe riuscito a resistere.
Quando il sole tornò a splendere, i due fiori innamorati non c’erano più. Altri boccioli ancora chiusi erano riusciti a rimanere attaccati alla pianta, ma dei bellissimi petali nuovi dei due fiori innamorati non c’era più traccia tra le foglie.
Lì per lì, anche se nessuno gli aveva mai rivolto la parola, per gli altri fu un dispiacere non averli più tra loro.
Poi, d’improvviso, un giovane bocciolo alzò la voce e riuscì a catturare l’attenzione di tutti: «Ehi! Guardate lì… guardate!», disse con tono emozionato.
Alcuni petali erano rimasti in terra e il sole li aveva già asciugati. Pure se malridotti, si stavano toccando.


«Sono convinto che sia quella carezza speciale che hanno sempre cercato e che non sono mai riusciti a darsi. Adesso, penso proprio che loro siano felici… ovunque il vento li abbia portati». E per quel giorno non si disse altro. Il chiacchiericcio dei due fiori innamorati non c’era più e non avrebbe avuto senso rimpiazzarlo con qualcosa di meno speciale.

Magari, un giorno la stessa magia si sarebbe ripetuta. Ma, fino ad allora… silenzio.

sabato 29 giugno 2013

Margherita, la Signora delle Stelle!

Tutta la materia di cui siamo fatti noi l’hanno costruita le stelle. Tutti gli elementi dall'idrogeno all'uranio sono stati fatti nelle reazioni nucleari che avvengono nelle supernove, cioè queste stelle molto più grosse del Sole che alla fine della loro vita esplodono e sparpagliano nello spazio il risultato di tutte le reazioni nucleari avvenute al loro interno. Per cui... noi siamo veramente figli delle stelle. 

(Margherita Hack)

lunedì 10 giugno 2013

Dopo la pioggia... una foto-storia!

Dopo la pioggia...


Gocce brillanti si riposano.


Rimanendo in bilico sulle punte di un grande soffione.


O, sopra piccole spighe bicolore.


O, ancora... come note, sullo spartito di una lunga foglia.


Nel frattempo... c'è chi decide di uscire di casa, pur rimanendo con il piede per terra.


Chi è stanco e... proprio non ce la fa a non strisciare.


Chi sa che ogni giorno rappresenta una sfida, ma non per questo perde di vista i propri obiettivi.


Chi prova a vivere tranquillo, ma è sempre appeso ad un filo.


E chi - nonostante le raccomandazioni altrui - è ormai cresciuto, senza però perdere la voglia di osservare il mondo da angolazioni diverse. Convincendosi poi del fatto che: Sì! Il meglio è... a testa in giù ;-)

sabato 8 giugno 2013

Un m'ama-non m'ama da formiche


Se una formichina avesse un dilemma d'amore... sono convinta che li piegherebbe i petali, invece di strapparli. Il responso sarà stato un "M'ama" o un "Non m'ama"? 

giovedì 6 giugno 2013

Chi può dirlo... forse siamo in una canzone!

Ascolto la nuova canzone di Cesare Cremonini, mentre il video scorre sullo schermo della Tv, e non posso fare a meno di rimanere colpita dall'ultima parte.
Bellissima canzone, certo. Ma... l'ultima parte, quel brevissimo scambio di battute sopra il tetto di un grattacielo, è qualcosa di meraviglioso. Qualcosa che mi rimane addosso e che mi fa riflettere.
Chi può dirlo... forse siamo in una canzone.
Penso alle tante canzoni di questi 28 anni passati (veramente, veramente tante). A quelle che mi hanno fatto sorridere e a quelle che mi hanno fatto piangere. A quelle che sono rimaste con me, nonostante il passare del tempo, e a quelle che se ne sono andate sull'onda del momento. A quelle legate a qualcuno o a qualcosa. A quelle che, in un certo senso, mi hanno aiutata a capire come muovermi. Non bastano i numeri fino a cento, per contarle tutte.
Ma, stasera ce n'è una in particolare che si è fatta ricordare con prepotenza. Ed è la più bella che io abbia ricordato finora, quella che non mi stanco mai di ascoltare. E': La Canzone!
Perché non è legata a qualcosa in particolare, ma... è legata ad una speranza.
Fossi in una canzone, e potessi scegliere in quale essere, sceglierei questa...


Potrei rimanere sveglio solo per sentirti respirare 
vederti sorridere mentre dormi 

Mentre sei lontana e sognante 

Potrei trascorrere la mia vita in questa dolce resa 

Potrei rimanere perso in questo momento per sempre 
Ogni attimo trascorso con te 
E' un attimo che serbo caro 
Non voglio chiudere gli occhi 

Non mi voglio addormentare 

Perché mi mancheresti, tesoro 

E non mi voglio perdere niente 
Perché persino quando ti sogno 
II sogno più bello non basterebbe 
Mi mancheresti ancora
E non mi voglio perdere niente 
Steso vicino a te 

Mentre sento il battere del tuo cuore 

E mi chiedo cosa stai sognando 

Mi chiedo se è me che vedi 
Poi ti bacio gli occhi e ringrazio Dio che siamo insieme 
voglio stare con te 
In quest'attimo per sempre, per sempre 

Non voglio chiudere gli occhi 

Non mi voglio addormentare 

Perché mi mancheresti

E non mi voglio perdere niente 
Non mi voglio perdere neanche un sorriso 
Non mi voglio perdere neanche un bacio 
voglio stare con te 
Qui con te, cosi 
Ti voglio tenere stretta 
Sentire il tuo cuore vicino al mio 
E rimanere qui in questo momento 
Per sempre 

Non voglio chiudere gli occhi 

Non mi voglio addormentare, sì…

Non mi voglio perdere niente

Il sogno di un Amore Assoluto e stupendo da vivere. Senza paure, senza tentennamenti, in due... nelle piccole cose di ogni giorno. La gioia di un risveglio, che si riflette in un sorriso. Quel poter essere ovunque e star bene ovunque, purché accanto al proprio cuore. Quel non volersi perdere niente. Ecco...
In un periodo in cui non faccio che sentire stupidaggini sull'amore, in questo sistema globale che non fa che essere troppo nevrotico e sconsiderato... potessi scegliere, io vorrei essere ciò che gli Aerosmith cantano. La ragione di vita, per qualcuno che sia la mia. Il sorriso, per qualcuno che riesca a farne nascere uno sulle mie labbra. Il bacio più dolce, per quelle labbra che sarebbero solo per me. Continuo a pensarci e ripensarci e mi domando... in fondo, chi non vorrebbe tutto questo? 
E il pensiero si fa subito breve. Muore.
C'è chi non lo vuole, ne sono certa. Chi pensa che tutto sia destinato a morire. Chi pensa che per nulla valga la pena di mettersi in gioco e di rischiare. Chi non sa nemmeno di che cosa si sta parlando. 
Ecco... io spero di avere nella vita la fortuna di imbattermi in qualcuno che non sia così. Se deve succedere... che sia magico!

E voi... in che canzone vorreste essere?
Alle volte, mi immagino anche in un libro o in un film. Ma... sarà per la prossima. Buona serata e se come me non potete fare a meno di qualche bella canzone, buon ascolto.