sabato 5 ottobre 2013

Foto, musica, fette biscottate e marmellata a mezzanotte

Il rumore della chiave nella porta si confuse nel finale della canzone.
Non era la prima volta che l’ascoltava quella sera, ma questo non impedì a Elena di provare un pizzico di delusione.
«Ancora davanti al computer? Cosa stai facendo di bello?».
Con Riccardo vivevano insieme da qualche mese ma, nonostante i diversi impegni giornalieri dell’uno e dell’altra, che ogni settimana si ripetevano con una continuità alle volte stancante, Elena non riusciva proprio ad abituarsi all’idea di andare a dormire senza prima averlo visto rincasare.
«Sto guardando alcune delle fotografie che ho scattato oggi pomeriggio al parco, vuoi vedere?».
Il sorriso che Riccardo le riservò, mentre con una mano appoggiava il giubbotto sopra il divano, la diceva lunga su quanto Elena potesse essere prevedibile.
«Vediamo un po’… Parco Ranghiasci Brancaleoni?». Lei sorrise. Cosa poteva farci se aveva la fortuna di essere nata in una città che adorava?
«Questa mattina all’ufficio postale ho fatto prima del previsto… così ho pensato che, dato che siamo già in autunno e presto non sarà più tanto caldo, un giro al parco potesse essere una buona idea per svagarmi un po’. Per dirla tutta… ho anche conosciuto qualcuno».
Le labbra le si incurvarono appena in segno di divertimento, quando vide Riccardo bloccarsi e cercare il modo giusto di controbattere a quel ‘qualcuno’. Era geloso. Anche se non voleva ammetterlo, l’idea che qualcuno di non ben precisato avesse passato del tempo al parco con la sua donna lo stava facendo impazzire.
«In che senso… hai conosciuto qualcuno?». Il tono di voce era leggermente cambiato, ma niente di grave.
«Sono arrivata al parco, ho oltrepassato un gruppo di turisti romani che si erano fermati all’ingresso e sotto il ponte che dà sul Camignano ho conosciuto…».
Elena si interruppe, lasciando posto a qualche secondo di silenzio. Se aveva capito come era fatto, Riccardo non le avrebbe chiesto di continuare. Ma, non avrebbe gradito che non lo facesse.
«…una ragazza». Lo confessò scoppiando a ridere della faccia di lui, che non sopportava l’idea di aver ceduto per l’ennesima volta alla gelosia. Poi si accostò piano con le labbra alle sue e lo baciò teneramente.
« L’ho sorpresa che stava scrivendo un messaggio d’amore sul muro. L’ho fotografato con il cellulare… vuoi vedere?». Elena si sbrigò a rimettersi seduta e a ritrovare la fotografia.


Chiunque amasse la musica di Max Pezzali, di fronte a quelle parole non avrebbe potuto non riconoscere una canzone stupenda.
«Sì, ma… poi tu le hai detto che scrivere sui muri, di qualunque cosa si tratti, è reato?». Riccardo era serio e in un primo momento Elena si ritrovò a chiedersi perché, prima di ciò che è giusto o non lo è, lui non fosse riuscito a vedere in quella foto la bellezza di un gesto illegale. Verissimo! Scrivere sui muri è reato, ma… alle volte l’amore si manifesta anche facendo cose prive di buonsenso.
«A dire il vero… no! Visto che l’ho beccata mentre stava cancellando ciò che aveva scritto dopo il cuore, le ho semplicemente chiesto chi fosse il suo primo e ultimo pensiero, ogni giorno».
«E… cosa ti ha risposto lei?».
«Mi ha detto che il lui in questione si chiama Matteo e che – siccome abita da quelle parti – scrivere sul muro del parco le era sembrata una buona idea per provare a dirgli che lo ama. Poi, però…».
Una nuova pausa. Elena si alzò per andare in cucina a prendere un bicchiere d’acqua e quando tornò vicino al computer Riccardo stava scorrendo veloce sulle altre fotografie.
Si bloccò con il mouse su quella bellissima di un piccolissimo scorcio della città incorniciato dalle foglie sempreverdi delle siepi d’alloro e da quelle di rosa dai bordi frastagliate, dopo aver osservato velocemente l’immagine di una rosa canina non più giovane, ma ugualmente bellissima, quella di alcune foglie dai colori sfumati e impreziosite da alcune gocce d’acqua e quella dell’equilibrio perfetto di alcuni esemplari di tigli.





«Questa è stupenda! Il Villino ha in sé una bellezza inglese in grado di scatenare ammirazione e stupore anche in occhi disattenti». Una nuova foto, prima che Elena riuscisse a riprendere il controllo della situazione.


«Dicevo… poi, però… insomma… in sostanza un attimo dopo aver scritto le sue iniziali, disegnato un piccolo cuore e aver aggiunto le iniziali di lui, non le è più sembrata una buona idea quella del messaggio e l’ho beccata proprio mentre stava cancellando le iniziali del ragazzo di cui è innamorata».
«Quanti anni pensi possa avere questa grafomane?». Il tono di Riccardo continuava ad essere indecifrabile, ma per quanto Elena potesse aver capito le sue ragioni, aveva anche deciso di non dargliela vinta e di continuare a difendere la ragazza.
«Buffo, ma vero… anche lei si chiama Elena. Mi ha raccontato di essere al primo anno di Lettere e mi ha confessato di stare male perché non se l’aspettava proprio di innamorarsi. Pare che il ragazzo non ricambi i suoi sentimenti… o che non sia sicuro di ricambiarli; questo non l’ho capito. Lei ci sta male e si sfoga come può. Era al parco per cercare di rilassarsi un po’ e per provare a svuotare la mente, prima di mettersi a studiare nel pomeriggio».
«Cioè mi vuoi dire che questa signorina non solo non ha la più pallida idea di ciò che significhi rispettare un bene pubblico, ma… se ne va in giro a scrivere sui muri frasi d’amore sdolcinate, per un tizio che nemmeno la ricambia?». Riccardo non era il tipo da cedere ad ogni sorta di carineria, né trovava romantica o appropriata qualunque manifestazione d’affetto, ma… aveva un cuore.
Elena sorrise nel ricordarsi quanto fosse stato proprio questo suo temperamento a farla innamorare. A differenza di tanti altri ragazzi pieni di false attenzioni e di false premure, lui non sapeva sempre trovare il modo giusto di starle accanto, ma c’era. C’era con i suoi ‘Ti Amo’ non detti, c’era con gli abbracci non sempre dati, c’era quando Elena aveva più bisogno che ci fosse. Il loro vivere in due non era mai diventato l’essere sempre, comunque e costantemente insieme, ma… l’essere l’essenza delle giornate dell’altro, il motore di ogni respiro, pur essendo altrove.
«Sai che sei proprio buffo, quando fai così… vero?». Elena si allungò per regalargli un nuovo bacio. «L’amore non è qualcosa che si vive e si manifesta solo quando è ricambiato… l’amore è amore e basta. E se anche questa ragazza è innamorata di qualcuno che non la ricambia, io trovo coraggiosa la sua scelta di non fare finta di niente».
Stavolta, fu Riccardo a sorridere. L’amore è amore e basta. Le stesse parole che le aveva sentito dire la primissima volta in cui l’aveva vista.
Era passato un anno e mezzo, ma ricordava come fosse stato solo ieri il momento in cui era rimasto folgorato da Elena. Un vero e proprio fulmine in pieno cuore. Un calore improvviso, sin dal primo sorriso che le ha visto comparire sulle labbra. Qualcosa che non se ne era più voluto andare da allora, e che era rimasto dentro, nonostante le incomprensioni e i momenti difficili. In un mondo dove non è una bugia dire che conta più apparire che essere, in un momento in cui a Riccardo sembrava di avere intorno solo attori di film già visti e rivisti, con poche parole Elena era riuscita ad essere una stella brillante dietro alle nuvole.
Non tutto è per tutti. Ci sono cose rare, che sembrano comuni solo in apparenza.
Lui che usciva da un rapporto finito male. Lei che aveva deciso di non rimanere accanto ad un uomo che era stato il suo compagno per più di dieci anni. La ricerca folle, ma giusta, di quella perfezione che non è perfezione per il piacere degli occhi altrui o per la conformità a determinati status… no! La ricerca di quella perfezione che è perfetta per il cuore. Perché la persona più in gamba e più in sintonia con il proprio modo di vedere sarebbe perfetta, ma non è quella giusta se manca di quel qualcosa che la renda perfetta per il cuore.
Riccardo era rimasto seduto sullo sgabello del pub, ascoltando Elena che continuava a parlare nel tentativo di convincere un’amica a non buttarsi via, una relazione dietro l’altra. Era rimasto ad ascoltarla mentre parlava della bellezza di quel paradiso interiore, che solo la persona che possiede quel qualcosa in più è in grado di far provare. Era rimasto ad ascoltarla mentre continuava a ripetere all’amica che delle buone caratteristiche e l’andare d’accordo su molte questioni possono essere il principio di un amore, ma… che il più delle volte lo sono di un’amicizia; se solo non ci si nascondesse dietro al folle desiderio di essere coppia a tutti i costi e si ragionasse su quanto l’amore abbia poco a che vedere con tutto il resto. L’amore è amore e basta. L’amore è una cosa semplice, non uno schema di pro e contro fatto a tavolino.
Riccardo era rimasto ad ascoltarla per più di un’ora, prima di finire d’un fiato la sua birra, prendere tutto il coraggio che aveva, arrivare davanti ai suoi occhi con la mano già tesa e presentarsi.

«Che ne dici se ora finissimo di guardare le tue foto, preparassimo due fette biscottate con marmellata e due tazze di latte caldo, poi andassimo a dormire? È mezzanotte passata?».
«Non sarebbe meglio con la Nutella?»
Terminare i discorsi passando ad altro era il modo con cui il più delle volte la smettevano di parlare di certe questioni. Non era né giusto, né sbagliato. Era il loro modo.
Stavolta fu Riccardo a sparire in cucina: «No! Facciamo marmellata di fragole, stavolta. La Nutella sarà per la prossima. Ok?».
Ad Elena non servì di rispondere. Aspettò che Riccardo le fosse di nuovo vicino con tutto il necessario per quello spuntino straordinario, poi accese per l’ennesima volta la canzone.
«Dovessi scrivere sui muri qualcosa per te… prenderei le parole da questa». Un nuovo bacio, mentre con la mano gli chiedeva di stringerla e, tra le sue braccia, gli chiedeva di farla ballare.
Un lento giro, prima che Riccardo si accorgesse che sullo schermo del computer stavano passando le bellissime foto del parco. Una dietro l’altra, a fare da sfondo a quell’attimo di magia.






















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