sabato 16 aprile 2016

Post-Presentazione: "Pestilentia" di Stefano Mancini

«Non puoi escluderlo a priori!».
Un concetto che mi sta dando parecchio da fare, ultimamente. Di qualunque cosa si tratti. In ambiti totalmente diversi tra loro. In momenti più o meno frequenti che, non senza difficoltà, riescono ad avere qualcosa in comune.
C’è da dire che… funziona! Alle volte; almeno.
Sta funzionando per i libri.
Provo ad aumentare il numero delle mie ‘letture inusuali’ e, grazie anche a nuove conoscenze fatte tramite il Web (leggi Facebook), provo a non escludere nulla (o quasi!).
Facile?!? Non sempre!
Ne vale la pena? Sicuramente!
Il nuovo libro appena conosciuto, di cui vorrei provare a parlarvi un po’?

Ve lo presento nello stesso modo in cui è stato presentato a me…


La tentazione di averci nulla a che fare all’inizio è stata forte. Poi però, lette le poche pagine di un estratto, non ho permesso che avesse la meglio.
Stefano Mancini ci sa fare.
Il suo è uno di quei libri in grado di catturare l’attenzione sino ai massimi livelli (anche il mio stomaco ne sa qualcosa… :-P). Un mix di generi che è ben dosato e che sa accontentare anche i lettori più esigenti.
Forse perché non è un libro d’esordio, la storia è strutturata in maniera particolare, particolareggiata e affascinante.
Laureato in giornalismo e iscritto all’Ordine dei professionisti dal 2005, Stefano lavora come redattore presso un’importante testata nazionale ed è direttore dell’agenzia “Aragorn servizi editoriali”. Ha pubblicato la trilogia high-fantasy composta dai romanzi Le paludi d’Athakah, Il figlio del drago e Il crepuscolo degli dei (Linee Infinite edizioni, 2013-2015), terza classificata al Premio Cittadella 2016. I suoi altri libri sono: La spada dell’elfo (Runde Taarn edizioni, 2010) e Il labirinto degli inganni (AndreaOppureEditore, 2005).

Vi ho incuriosito almeno un po’?
Immagino si possa fare ancora meglio.

Che ne dite di provare a conoscere Stefano, attraverso l’intervista realizzata da Francesca Pace? Domande e risposte che indagano su Pestilentia e… leggete, leggete!

Perché qualcuno dovrebbe leggere il tuo libro?
Beh, il mio parere potrebbe essere di parte, ma trovo che sia una bellissima storia, con un’ambientazione molto particolare e affascinante, un ritmo serrate e dei personaggi molto ben caratterizzati. Penso sempre che la lettura sia anche evasione dalla realtà quotidiana: il mio nuovo romanzo, dunque, penso possa offrire ai lettori qualche ora di piacevole intrattenimento e perché no, anche trasmettere qualcosa.
Che cosa c’è di innovativo e quali sono gli elementi di continuità con il genere o con la tradizione?
Trovo questo romanzo fortemente innovativo, tanto che sarebbe, anche provandoci, difficile classificarlo in un genere specifico. È un po’ fantasy e un po’ distopico; un po’ storico e un po’ thriller. Ogni elemento, tuttavia, è fuso con gli altri in maniera inestricabile e funzionale, in modo che il risultato sia omogeneo e tutt’altro che confusionario. La commistione credo, anzi, che dia un notevole “quid” in più a tutto il libro. Il lettore che si avvicina a “Pestilentia” non si faccia spaventare dal trovarsi di fronte un libro originale, perché mi sento di assicurare che il risultato è valido sotto ogni punto di vista.

Che cosa ti ha spinto a scrivere?
La spinta per la scrittura viene da molto lontano. Questo è il mio settimo romanzo pubblicato, nonché quello che ritengo il migliore per tutta una serie di ragioni. Scrivo da quando sono bambino e fin da allora sogno di fare lo scrittore. Da un paio d’anni questo sogno si è tramutato – seppure solo in parte –, in realtà e per me sarebbe impossibile immaginare una vita senza scrittura.

Da che cosa è nata la storia? Quali sono state le fonti di ispirazione?
La storia nasce da un’idea ben precisa, quella di raccontare un fantasy innovativo, con tinte gotiche e un po’ dark. Mi piaceva soprattutto l’idea di dargli un’ambientazione estremamente caratterizzata, una di quelle che entrasse nella pelle dei lettori e fosse vissuta quasi alla stregua di un vero e proprio personaggio. Poi, come spesso succede, il testo ha preso una sua strada e io non ho fatto altro che seguirla, inserendo via via nuovi elementi.

Quando scrivi? E come? In modo organizzato e continuo o improvviso e discontinuo?
Mi piace scrivere nel pomeriggio. Trovo quel momento il migliore, con il silenzio che mi circonda e la mente che può librarsi da sola dove vuole. Cerco di essere metodico e di non sgarrare, scrivendo tutti i giorni. Non perché sia un peso o un obbligo, ma anzi per l’esatto opposto: perché per me scrivere è soddisfazione e appagamento e quindi più tempo posso dedicargli, meglio mi sento.

Quali strategie hai adottato per promuovere il tuo libro e che tipo di strumenti hai usato – e usi – per proporlo all'attenzione dei tuoi potenziali lettori?
Avendo ormai una certa esperienza in questo campo, di solito mi affido molto al web. Social network, siti internet e blog sono il canale migliore per farsi conoscere e per far conoscere i propri libri. Ed è quello che faccio, attraverso interviste, recensioni e segnalazioni, proprio come in questo caso.

Progetti per il futuro?
Di sicuro c’è l’uscita di un mio nuovo fantasy, di stampo più classico, a ottobre, con la mia storica casa editrice, la Linee Infinite. Sarà il primo di una nuova saga, che riprenderà la stessa ambientazione già vista nella trilogia composta da Le paludi d’Athakah, Il figlio del drago e Il crepuscolo degli dei.

Tre persone da ringraziare…
Sicuramente il mio editore Astro Edizioni per “Pestilentia”, nella persona del suo direttore editoriale Francesca Costantino. Poi Cristina Pace, che cura la mia pagina Facebook autore con grandissima capacità. E infine i miei lettori, che con il loro sostegno mi spingono a scrivere sempre di più.
Manca ancora qualcosa…


Vi lascio con una breve Sinossi…
Un ragazzo in fuga da qualcosa che non doveva essere liberato. È l’inizio della fine. Quattro secoli dopo, il mondo è un ammasso purulento. Una pestilenza ha spazzato via quasi ogni forma di vita, e il gelo ha stretto nella sua morsa gli ultimi superstiti.
Quando la setta eretica della Mors Atra trafuga la più potente reliquia della Chiesa di Nergal, ultimo faro contro la decadenza, padre Oberon si ribella. E convoca Eckhard, devoto cavaliere della Fratellanza. Ispirato dalla fede, questi darà vita a uno spietato inseguimento sulle tracce della ladra Shree e del suo insolito compagno di viaggio, un eretico appartenente alla razza dei gha’unt.
Perché la reliquia va recuperata a ogni costo. O il suo terribile segreto trascinerà nel baratro la chiesa, condannando il mondo all’oblio.

Al prossimo Post-Presentazione! Chissà che nel frattempo non riesca anch’io a buttare giù qualcosa… Stay Tuned! ;-)

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