lunedì 26 agosto 2013

Musica e paura nel cuore

Alle volte dimentico che si può parlare anche senza parole.
Pur con la consapevolezza di farlo con gli occhi, pur con la consapevolezza di farlo con alcun gesti, fosse anche solo con un sorriso... alle volte dimentico che si può parlare anche senza parole.
In realtà, i silenzi pieni di parole-non parole dovrebbero essere più preziosi e chiari di mille discorsi. Quegli occhi che ti guardano e  ti chiedono di capire, quei momenti in cui ti senti più forte, solo per aver percepito qualcosa di non detto, ma a cui tieni tantissimo.
Eppure... c'è sempre quella piccola parte di me che teme di fraintendere quel qualcosa e che ha paura di sperare che ciò che il cuore vorrebbe, potrebbe essere vero... allora, invece di farmi forte con un "Perché no... la Felicità esiste per tutti!", finisco per cadere in un mare di dubbi e finisco per convincermi di quanto possa essere pericoloso dar credito ad un 'non detto'. 
Non sono mai stata brava a leggere nei silenzi. Per questo, forse, amo le parole. 
Insomma... il vocabolario contiene parole a sufficienza per esprimere qualsiasi concetto... perché non affidarcisi?
Non fa una piega. Le parole non sono silenzio e sanno farsi capire. Ma... possono saperlo fare in musica?
Dirlo cantando è come dirlo... oppure no?
Nessun dubbio sul fatto che una canzone sia fatta di parole, ma... una parola cantata può avere lo stesso valore di una detta?
Fino a ieri una parte di me era convinta di no... mentre l'altra parte di me è rimasta impegnata a registrare ogni minima parola in nota provenisse da una persona importante... nella speranza di cogliere significati speciali.
Oggi... è il caos. Se una parola cantata vale come una parola... per quello che ho sentito finora dovrei essere la persona più felice del mondo. Ho sempre ascoltato prima con il cuore, che con le orecchie, ma... parole in musica a parte, non sono riuscita a vivere nulla di più. Non ho certezze. 
Ok... non è facile. Mettersi in gioco, magari ribaltare tutte le carte in tavola, ma... insieme alle parole delle canzoni ce ne sono altre che ricordo e che mi hanno fatto riflettere fino a trovare un solo, singolo attimo di coraggio nel parlare... "ci sono rimpianti con cui non si può vivere". Allora... ecco che pensandoci e ripensandoci il cuore si ritrova a tremare per l'ennesima volta e a chiedersi se ci possa essere anche una sola, piccolissima, minuscola possibilità di essere qualcosa per cui valga la pena non avere rimpianti. Vorrei poter essere un pensiero talmente tanto forte da essere la ragione di ogni respiro, vorrei poter essere il motore del cuore, vorrei poter essere la ragione per cui dire: io ci credo, che l'amore è tutto ciò per cui valga la pena di vivere e voglio viverlo con te. 
Poi, mentre la mente torna in un passato che passato non è... tornano anche le canzoni.
Ci sono parti di alcune che proprio non ne vogliono sapere di uscire dalla testa, parti a tratti anche irritanti... perché costringono il cuore a sperare, mentre forse sarebbe meglio per lui starsene buono, buono in un angolo a compiere il solo sforzo necessario per dirsi vivi. 
Arrivo a chiedermi quanto un cuore possa arrivare a sperare... se esiste un limite, per la ricerca della felicità. Forse potrei provare a spiegare ciò che provo cercando una canzone che lo faccia al posto mio, ma... non sono sicura ne esista una al mondo tanto forte e decisa. Molte bellissime, molte intense, molte che sanno far venire i brividi addosso, ma... nessuna in grado di gridare tutto ciò che ho nel cuore. 

3 commenti:

  1. Gli ultimi post sono perfetti per chi è tanto legato alle parole come me (faccio anche la logopedista!). Ma. Prendendo proprio spunto dal mio lavoro, capita anche di avere davanti bimbi tanto piccoli e carenti di linguaggio verbale, e allora io devo ascoltare il loro silenzio, i loro gesti, i loro sguardi. E capisco che dentro quei silenzi c'è un mondo. Non è tanto lontano da quello che accade nella vita di tutti i giorni, se ci si pensa (c'è chi sbufferebbe per quanto estrapolo ed estendo - generalizzando - dal mio lavoro, lo so). Le canzoni, la musica. Mi ci appoggio spesso per esprimere, per dire, per far capire ciò che non sono in grado io di rendere chiaro agli altri. E quante volte ho pensato di comprendere dalla musica altrui? Non sempre è così. Proprio come dici tu. Io non ne ho una su tutte..ma ne ho una che mi rappresenta abbastanza (abbastanza tanto). Questa: http://www.youtube.com/watch?v=ZRafLFoL3oY

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  2. Forse dopo un po' di chiacchierate riuscirai già ad immaginare come la penso... ;)

    Che siano pensieri detti apertamente, cantati da una canzone, suggeriti da un gesto o da uno sguardo, sono comunque interpretabili, in tanti modi diversi, a seconda di chi li esprime/percepisce: delle sue esperienze, delle sue sensazioni, delle circostanze.
    Secondo me, l'unica certezza è che non ci sono certezze! Inutile farsi domande? Beh, se servono solo a torturarsi cercando certezze, credo di sì. Se servono per indagare il mondo con spirito curioso, credo di no.

    E le canzoni... Ci sono canzoni che non capivo e che poi ho riascoltato dopo anni e le ho sentite profondamente mie. Canzoni che amavo tanto tempo fa e che oggi mi sembrano lontanissime da me. Canzoni che sentivo con tutta me stessa in un certo modo e che ora sento con tutta me stessa in un altro modo.
    Il bello delle canzoni è che, siano autobiografiche o inventive, raccontano storie che, per quanto possano somigliare alla nostra, non lo sono: possono adattarsi a centinaia, migliaia, milioni di situazioni! Quindi lasciamoci coinvolgere ma... La nostra vita è un'altra cosa.
    Comunque: lasciarsi rapire da una canzone (anche "solo" musica), qualche minuto o tutta la vita, è una delle sensazioni più intense che si possano provare! Evviva i musicisti!

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